Potrebbe valere la pena chiarire quali aspetti del pensiero di Michel de Certeau mi hanno portato a metterlo in rapporto con l’orientamento psicosociologico. Già, quali sono le connessioni? Perché, certo, “non si possono fare proposte così, solo per passione”.
No. Non solo per passione, ma anche le passioni contano. Inoltre un elemento che Michel de Certeau mi sembra esprima (e susciti) è proprio una passione curiosa per le cose che accadono nel mondo: è il suo modo di procedere collegando e riprendendo le questioni, intrecciandole, muovendosi a tutto campo, senza chiusure disciplinari, ma facendo scorrere le acquisizioni apprese in un campo che attraversa i saperi e se ne appropria (con piacere).
E qui avremmo già una prima argomentazione a favore del collegamento proposto.
Un secondo aspetto sembrerebbe non portare prove contrarie. Michel de Certeau è pochissimo citato, almeno nei testi che mi capita di leggere e consultare. Perché?
In fondo appartiene ad una generazione di autori che oggi sono punti di riferimento. Nato nel 1925 e morto nel 1986. Coetaneo di Michel Crozier, di René Girard, di Zigmunt Bauman, di Paul Ricoeur. Se fosse vissuto più a lungo sarebbe oggi uno dei riferimenti importanti nel dibattito? Un’assenza presente? Certamente nel dibattito degli anni settanta e ottanta in Francia (e non solo), in una fase in cui la prospettiva psicosociologica è andata formandosi.
Ecco la seconda ragione (per me): ci sono legami non visibili da esplorare?
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