Le proteste violente in Mozambico
Il giornale ‘indipendente’ O País il 2 settembre 2010 aveva un grande titolo di copertina: “Una città fantasma chiamata Maputo”.
Nei fatti violenti occorsi l’1 settembre 2010 a Maputo e nei dintorni sono morte 13 persone fra le quali due bambini, 300 i feriti, circa 150 le persone incarcetate. Ci sono fotografie nel sito del giornale che mostrano quello che é successo (www.opais.co.mz).
Nei giorni immediatamente precedenti sono girati vari sms sui telefonini e su facebook che chiedevano di aderire a questa manifestazione spontanea ma i governanti ritenevano molto improbabile una manifestazione. Infatti hanno sottovalutato la situazione.
Una delle molte critiche all’attuale governo é quella della distanza tra la sua azione e la vita quotidiana della gente.
Ciò che ha fatto traboccare il vaso è stato l’aumento del pane del 30% ma questo é stato annunciato in contemporanea con l’aumento dell’acqua e della luce e per Maputo anche l’aumento dei prezzi dei mezzi di trasporto. Quest’ultimo dato è molto sensibile perché la cittá di Maputo é particolarmente estesa e i minibus sono usati da moltissima gente per andare al lavoro, a scuola e per le esigenze più varie. Da notare che l’acqua e la luce sono beni prodotti in Mozambico e non si capisce perchè debbano aumentare. Per il pane invece l’importazione di farina é all’95%.
I salari non sono adeguati ed il governo ha continuato a dire che la ripercussione della crisi mondiale non avrebbe avuto grandi effetti sulla vita della gente in Mozambico.
I commenti sono molti e tutti puntano il dito sull’azione dell’attuale governo che non riesce a vedere la situazione reale. Si é parlato di una “mano invisibile” dietro questi fatti ma vari commentatori affermano chiaramente che la mano invisibile è la realtà vera e propria che si impone con tutta la sua drammaticità.
Nel resto del paese qualche manifestazione nell’una o nell’altra città (Beira, Chimoio, Tete) ma in modo meno violento perchè le situazioni sono diverse e non c’è, come a Maputo, un’élite potente, opulenta e di contro gente che lavora e che fatica, e tanti disoccupati che non hanno nulla da perdere nel saccheggiare indiscriminatamente.
Un altro commento interessante su questa vicenda è stato quello che fa notare la fatica a tirare avanti di tutta una serie di persone: dal disoccupato a persone che lavorano ma che non riescono ad arrivare a fine mese con il salario che ricevono. Qui si includono anche i lavoratori pubblici e la polizia che riceve uno stipendio molto basso. Per cui questo fa esplodere ad un certo punto la gente che non ne può più.
Rimane il fuoco sotto la cenere. Sono stati fatti tacere i manifestanti con interventi altrettanto violenti, sono state messe in carcere circa 150 persone. I problemi rimangono e il governo, per ora, si limita a contare i danni.
Il 7 settembre 2010 al telegiornale hanno comunicato una serie di misure che il governo sta prendendo tra le quali i prezzi dei beni di consumo di prima necessità compreso il pane che rimarrebbero invariati ed altre misure tipo la diminuzione degli stipendi dei presidenti dei consigli di amministrazione delle imprese pubbliche ed altre misure economiche per contenere il malcontento.
Le manifestazioni hanno aiutato a vedere con maggiore chiarezza la situazione ma ad un costo molto alto purtroppo, la morte di bambini ed adulti affamati e che chiedevano giustizia.
Martina Cecini
Missionaria a Nampula (Monzambico)
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
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