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Pensieri, esplorazioni, ipotesi. Un confine incerto tra personale e professionale.

Non siamo qui a pettinare le giraffe

Biblioteca di Cologno.
Sul muro della sala studio è comparsa la scritta “Non siamo qui a pettinare le giraffe”.
Oscuro il significato dell’impegno che la mano adolescenziale ha voluto pubblicamente assumere.
Indecifrabile l’affermazione virante all’ammonimento prefigurativo.
Prendo atto, e passo oltre.
No, un momento, rewind (!)
L’espressione qualcosa vorrà pur dire al mondo…
Cosa?

Noto che l’espressione “Non siamo mica qui a pettinare le bambole” è un tormentone all’apice dell’uso (politico e non solo).
Per puntiglio ne vorrei esaminare le componenti meccaniche.
Pettinare le bambole è un’attività che fanno (prevalentemente) le bambine.
È un gioco da bambini(e!)
Infantile coazione a ripetere.
Insulso fantasticare.
Non è solo perdere tempo, è non rendersene conto, e compiacersene.
È un’attività al limite dell’autoerotismo.
È ripetizione, dispersione, svagamento, illusione, dimenticanza, sconnessione.
E anche se sappiamo che giocare non è sprecare ma costruire, la metafora può essere servita con destrezza nonchalante.
Ripetuta, per collocarci in un discorso di rimandi sociali e mediatici.
Per darsi tono, distinguersi, riposizionarsi.
“Non siamo mica qui a pettinare le bambole” l’avrà detto qualche lubrificatore televisivo.

In fondo si vorrebbe semplicemente dire: “Non sono disponibile (e neppure voi qui convenuti) a perdere il nostro prezioso tempo di adulti subissati di importanti cose da fare. Orsù, al lavoro”.

Come si sia passati all’azione di pet-terapy che comporta l’accudimento delle giraffe non solo so.
Che sia per discostarsi da un’implicita svalorizzazione della figura femminile?
Che sia per sia un’operazione di modificazione genetica rivitalizzante un proclama in procinto di collassare?
Che sia una sfida giovanile al potere della nonnocrazia?
E chi lo sa?

Un po’ come lo scorso autunno, quando si impose l’espressione “devastato”.
Tutto (ma proprio tutto) era devastato.
“Sono devastato dalle vacanze”.
“Vengo da un incontro che mi ha devastato”.
“Questo caldo ci devasta”.
“Il capo mi devasta”.
“Mia moglie mi devasta”.
“I miei figli mi devastano”.
Molteplici cose devasta(va)no parti diverse del mio corpo.
Poi silenziosamente la parola è uscita di scena.
Orfani di cotanto iperbolico termine, ottimo ad indicare un imprecisato stato d’animo e di cose, essenziale per esprimere la fatica di vivere, senza però vincolarsi a quel tanto di precisione che permette di comprendere, ci apprestiamo a svernare.
Misteriosa condizione quella della devastazione.
Prostràti ma non vinti.
Pronti a riprendere la lotta, sebbene affaticati.
Pubblicamente espliciti, ma sostanzialmente riservati, come si addice a chi è costretto dall’intensità delle relazioni a districarsi sapendo che esporre è sottacere.

Quale sarà la prossima espressione tuttofare?

4 comments on “Non siamo qui a pettinare le giraffe

  1. vittorio
    6 December 2010

    seguendo i ragionamenti, la bellezza del trovare piacere nel pettinare bambole (e lo fanno anche i maschi) e nel guardare un bambino-a che lo fa (concentrato, accurato, attento a non fare male, preciso nel cercare di mettere ordine al mondo, partendo dai capelli ….), ecco pensare ad una giraffa, alta e non particolarmente dotata di criniera, mi fa venire un po’ di malinconia, come se si fosse di fronte ad un compito impossibile, piuttosto che ad un compito solitario e inutile. Mi suona un po’ come ‘non siamo qui ad arare la luna’…grazie a voi!
    v

  2. Martina Cecini
    23 November 2010

    Grande attenzione
    alla realtá
    complimenti…
    Un abbraccio
    Zia Martina

  3. mainograz
    20 November 2010

    Danke Butch,
    si chiarisce (almeno un po’) l’arcano.
    Trattasi di fusione ardita tra due espressioni che condividono la svalorizzazione dell’infanzia e la preoccupazione per attività perditempo.
    Metafore ammonitrici nordiche?

  4. Butch
    20 November 2010

    senza nulla togliere alla magia del graffito…

    è l’unione dell’espressione “Non siamo qui a pettinare le bambole” e “Non siamo qui a togliere le macchie alle giraffe”.

    Io personalmente preferisco: “We’re not here to make the monkey dance”.

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