scivolare fluidi e incespicando lo stesso: verso la fusione di due cooperative
(non è una storia vera….cioè sono tante cose vere, che però non sono accadute così tutte insieme…qui tutto è enfatizzato e soffocante…ma ci capiamo, no?)
è che devi capire che non è poi così facile e prima di fare un passo di questo genere, a questo livello di complessità, cioè magari è meglio proprio dire a questo livello di tragicità, ecco io credo che sia necessario prima conoscersi bene, conoscersi meglio, capire come è fatto il posto
dove stiamo andando, che persone sono quelle con cui stiamo parlando, che poi io voglio sapere se hanno la nostra stessa idea dei valori della cooperativa, perchè in realtà a me sembra più che altro fumo, sanno vendere bene il fumo, rispetto a noi la fanno molto corta su alcune cose importanti e non so, decidere adesso per questa cosa, boh, a me sembra davvero da fuori di testa, nel senso che proprio è fatta senza conoscere le cose e non puoi fare una cosa di questo tipo, cioè andare troppo avanti in questa relazione, raccontarsi i fatti propri, non so tipo il bilancio, che poi è difficile tornare indietro, perchè dopo conosci troppe cose dell’altro, che poi mi sa che in realtà siamo noi disponibili a fare questa cosa, perchè mi sa che loro invece dicono dicono e poi con chi parliamo? soltanto con il presidente! quindi io non so, ma la vogliono anche loro questa cosa? anche perchè siamo noi che andiamo a rimetterci, noi che tutta la nostra storia, tutte le cose che abbiamo fatto, boh, andare a perderle così, far morire tutto, la fatica che abbiamo fatto, quando ancora te non c’eri, ma forse è per questo, e le notti passate a lavorare la paura di perdere gli appalti i conti che non tornavano le riunioni le litigate con quelli della asl, far finire tutto questo soltanto per un motivo economico, ragionando così, ma davvero, non lo so, non lo so davvero, mi sembra che sia un modo di non tenere alle cose alla storia alle relazioni, buttarle via così, sì magari ci sono dei vantaggi, ma dopo perdiamo la libertà, non possiamo fare come adesso, che facciamo come vogliamo, nel senso delle decisioni da prendere, perchè dopo bisogna confrontarsi discutere e te credi che avremo spazio? credi che avremo spazio per parlare essere ascoltati portare le nostre proposte? seeeee…. ci prenderanno i servizi e chiusa lì, per cui mi sembra francamente inutile che adesso facciamo questi incontri, coinvolgendo magari anche i coordinatori, no?, eh lo sapevo, è peggio, più allarghiamo la cosa e più sarà difficile sia capire davvero le cose sia ritirarci quando ci accorgeremo che ci andiamo a rimettere, ne sono sicura, per cui evitiamo di fare incontri troppo ufficiali o troppo approfonditi, incarichiamo qualcuno, tipo una o due persone, che abbiano la delega di andare agli incontri e che però devono riferire al cda e non hanno la possibilità di prendere decisioni autonome, poi magari facciamo qualche progetto di formazione insieme, che tanto gli abbiamo già fatti e non mi sembra che i risultati poi siamo stati questa gran cosa, no?, quindi vabbè, riproviamoci e vediamo, però niente di più, niente ipotesi su una futura organizzazione, nè andare a definire un organigramma, che poi secondo me almeno la metà del cda deve essere nostro e ci deve essere data la garanzia, magari scritta, che il nuovo soggetto andrà a cambiare nome, perchè almeno questo mi deve essere garantito, perchè sennò allora vuol dire che ho ragione io, che è tutta una cosa falsa, perchè loro sono un po’ falsi, ti ricordi quella volta dell’appalto, che hanno fatto il gioco ‘io non lo sapevo’, ‘io neanche’ e ce l’han messa nel culo, ti ricordi? quindi non venirmi a parlare di fiducia di mettersi in gioco di sperimentare di intraprendere progetti insieme, non mi incanti, che poi, boh, ma mi sa che vi siete bevuti il cervello, e te prima di tutti gli altri, chissà magari cosa vi hanno detto, non credo che vi abbiamo promesso più soldi, seeee…, quelli li tengono per loro, no magari vi hanno fatto credere che dopo si faranno dei progetti, che potrete fare come vi pare, che tanto dopo non ci sono più io, ma ci pensi?, non lo so, non lo so cosa pensi, ho capito che hai deciso di fare questa cosa e la fai.
buonagiornata, qui Vittorio Ondedei, nato 1966, attualmente responsabile
area socioeducativa e formazione
della coop sociale Labirinto di Pesaro. Educatore dalla fine del 1988: e
quando lo scrivo mi fa ancora più impressione.
Nel mio lavoro mi occupo di progettazione/riprogettazione; negoziati
infiniti, cauti e ragionevoli; improvviso accendersi di
conflitti e ricerca di luoghi di mediazione. Sostanzialmente scrivo molto,
faccio molte riunioni, prendo appunti in ogni luogo e su
ogni superficie. Suono e canto ne I Camillas, vivo con Federica e la
nostra figlia Lisa, ho un figlio grande ed alto, Alessandro.
ps: la foto l’ho scattata all’Idroscalo di Milano, un omaggio a
quell’idrovolante di Graziano!
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