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Pensieri, esplorazioni, ipotesi. Un confine incerto tra personale e professionale.

Martina Cecini, ospite della settimana 04/2011

Martina Cecini

Il tempo dei manghi

Allora, dovete sapere che in questo período, a partire da dicembre, qui a Nampula (Mozambico),  é il tempo “delle manghe” in portoghese si dice al femminile “as mangas” e direi che mi piace di piú, ma per rispetto della lingua italiana nel titolo ho usato il maschile.

Un tempo particolarmente caldo che coincide – qui in Mozambico – con la fine dell’anno scolastico e che apre un tempo di vacanze che va da dicembre a gennaio.

Un tempo dove si accumula la stanchezza dell’anno trascorso e dove si cerca di trovare lo spazio per ritemprare le forze perdute durante l’anno.

E’ anche un tempo di verifiche, di programmi, di un nuovo riprendere forze.

Un tempo dove si acuisce il problema della malaria ed é piú facile beccarla.

Un tempo dove grondi sudore notte e giorno ma anche un tempo in cui ti ritrovi con tante persone amiche per chiaccherare con calma.

E noi, nel nostro giardino, abbiamo piantato un mango ibrido che in poco tempo ha giá dato alcuni buoni frutti. E’ con questo mango, che si trova all’entrata della nostra biblioteca, o se volete del nostro “Centro Culturale Universitario Napipine”, che mi ritrovo ogni giorno quando scendo dalla nostra casa alla biblioteca.

Io mi affeziono agli alberi e comincio a voler loro bene a partire dal momento che li guardo con una certa calma o con un certo sguardo contemplativo!

Infatti ognuna di noi, quando é venuta in questa casa, ha portato una piantina piccola da far crescere. Per esempio Helena ha portado uma “pera advogado”, qualcun altro ha portato un “cocco”, qualcuno ha portato per me una “acta” che matura in gennaio – febbraio. Cosí nelle nostre due case abbiamo una serie di alberi di varie specie. Ma non può mancare la “papaia” che rallegra molto la nostra vita: infatti io ho un secondo nome: “Donna Papaia”.

Quando mi siedo al mattino presto, nella nostra veranda e guardo intorno a me e vedo tutto questo ben di Dio lodo il Creatore e tutte le sue Creature. E il giorno inizia così, e quando inizia così  molte cose belle possono succedere. Sentirsi circondati dall’Amore di Dio è veramente una bella cosa.

Succedono poi durante la giornata anche momenti così così ma, se ritorni alla Parola di Dio che ha dato inizio al ritmo della giornata, ad una piccola parola o ad una frase che ti accompagnano come una specie di ritornello, riprendi coraggio e tutto assume un colore più bello.
Anche questo periodo ha questo sapore delle cose semplici che ti sono donate e che accogli con gratitudine.

Martina Cecini
Missionaria Laica – anni 64
Irrimediabilmente romantica

Nampula (Mozambico)

5 comments on “Martina Cecini, ospite della settimana 04/2011

  1. Pingback: Martina Cecini, ospite della settimana 44/2012 « Mainograz

  2. Martina Cecini
    29 January 2011

    Vittorio, grazie del commento vorrei sapere dove ha lavorato Francesco Ondedei in Mozambico.
    Grazie.
    Martina

  3. Laura
    27 January 2011

    E’ stato meraviglioso leggere stamattina le parole di Martina Cecini.
    Mi è tornata in mente la mia amata terra, la mia Sicilia. Il mare d’estate e d’inverno, certi profumi che senti solo lì, certi alberi che trovi solo lì, certi rumori della natura che senti solo lì, e anche lì il caldo torrido che in estate ti avvolge come una coperta d’inverno. E’ stata dura lasciarla, ed è faticoso rilasciarla quando ci ritorno, ma solo l’amore del Creatore mi ha dato la forza di farlo. “Sentirsi circondati dall’Amore di Dio è veramente una bella cosa”. E solo grazie a quest’amore ho avuto modo di apprezzare altri mondi, come quello in cui vivo, completamente diverso dal mio di provenienza. Ma grazie all’amore di Dio mi rendo conto che è altrettanto bello. E grazie a queste parole la giornata oggi inizia veramente bene e meglio. Grazie.
    laura

  4. franca
    25 January 2011

    avevi ragione Graziano è molto bello e ti dà l’idea di un posto di pace grazie e te e a tua zia Martina per averlo scritto

  5. vittorio
    24 January 2011

    mi è venuta in mente la parola ‘consolazione’, pensando agli alberi ed a quanto ci possano ‘consolare’. Il contrario di ‘isolare’. E dire che l’albero appare il ‘solo’ per eccellenza. Piantato ed eretto, dal seme sale e si fa fronda e magari frutti da mangiare, ma anche per riprodursi e farsi di nuovo seme e così via. Ce la insegnamo fin da piccoli questa metafora del seme. Ognuno per sè, trova dove mettere radici e vai sù, dai! Come se la crescita, lo stare bene, fosse una questione ‘automatica’, programmata…tuttalpiù ti concedo che, come semino, puoi venirti a trovare in un terreno sfigato (una periferia metropolitana, una famiglia dissolta, una pessima scuola….) ed allora peccato, avresti avuto grandi possibilità, ma non sei stato fortunato.
    Io credo invece che tocca un po’ scioglierla, sta metafora del seme singolo. Senza lo sguardo di Martina, sarebbe la stessa Donna Papaia? o il signor Mango? e non si può pensare -o immaginare- che la coesistenza e la condivisione di un contesto non siano soltanto reciprocità strumentale (la pioggia bagna la terra, zone piovose meglio di zone aride, gli alberi danno ombra e gli uomini stanno freschi e possono pensare, territori con buona viabilità sono meglio di zone senza strade….), ma reale e concreta coesistenza. Che non è fatta soltanto di reciproco utilizzo, ma contemporaneo adattamento, pieno anche di cose apparentemente non razionali o inutili.
    Poi non so, sti pensieri mi sono ‘partiti’ da questa immagine della vacanza e dello sguardo all’albero, la mattina presto. Non so della vita dell’albero, in realtà: non so se la sua vita sarebbe diversa altrove. Posso immaginarlo e raccontarlo. Invece so che la mia vita non sarebbe la stessa senza certi alberi. O certi paesaggi. In positivo ed in negativo. E chissà come è fatto, cosa c’è e quale sarà la lingua di questo spazio/tempo di coesistenza…
    grazie Martina!
    vittorio

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