“Trova il tuo tempo”.
Più di un’esortazione, non ancora una consulenza filosofica…
Non solo prodotti, non solo desideri, sogni, sensazioni… la pubblicità fa di più (lo sappiamo).
La pubblicità lavora alla costruzione del nostro mondo, del nostro modo di essere.
La pubblicità in forme diverse – attraverso quello che vediamo (se malauguratamente accendiamo la tele), che ascoltiamo (se possiamo ascoltare la radio) o che leggiamo (se abbiamo la fortuna di sfogliare il giornale) – ci viene incontro per co-edificare la nostra dimensione esistenziale.
Fin qui nulla più che constatazioni.
E non voglio implicare che siamo soggetti privi di difese, esposti alle radiazioni pubblicitari, al contrario penso che, per quanto sollecitati e solleticati, rimangano amplissimi margini di selezione, elaborazione e scelta.
Alle constatazioni ne voglio aggiungere una che deriva dalla lettura mantrica mattutina del retro della confezione delle macine del Mulino Bianco.
Qui a fianco ho appoggiato il ritaglio a cui mi sto riferendo.
Un retro che condensa svariati elementi della nostra contemporaneità.
Intanto la “Colazione all’italiana”.
Certo “Siam pronti alla morte, siamo pronti alla morte, l’Italia chiamò!”
L’italico genio è riflessivo e non si avventa sulle macine (neppure in misurata quantità, come indicato più avanti).
La colazione all’italiana non è tanto il cibo, è un modo di affrontare il presente.
Per questo (a mo’ di pacca sulla spalla) ci soccorrono “I 10 principi della Colazione all’italiana”.
Che dieci non sono: del decalogo rimane solo l’enumerazione.
A ben contare le esortazioni di valore sono quattro.
(Tutto qui? Sì, tutto qui!):
- Trova il tuo tempo.
- Svegliati con calma.
- Il momento della prima colazione è prezioso per le energie del corpo e della mente.
- Breve o lunga, fai in modo che sia un tempo di qualità dedicato a te stesso e a chi ti è vicino.
In un crescendo di complessità, passando dall’intimazione al suggerimento più pacato, una voce fuori campo mi si rivolge dandomi del tuo, affabile, suadente (parla proprio a me che mi passo una mano sulla faccia) e mi sollecita:
E se tutto ciò non ti basta, entra nel sito, il decalogo si dispiegherà in saggezza (e giù il sito del mulino bianco).
Seguono poi (e non potevano mancare) le informazioni di registro dietetico-scientifico:
Quale migliore modo per gettarsi nella mischia (gazzelle o leoni) se non dopo una sana colazione all’italiana, corredata da decalogo?
Ecco densamente concentrate una filosofia di vita, tra teoresi e pratica.
Per i più, nulla di quanto viene proposto è praticabile.
Rimangono le macine, una bevanda in cui immergerle e l’esortazione a trovare tempo per sé e per chi ci è vicino (e l’indice ancora una volta sorregge la luna: le esortazioni prendono il posto della realtà).
Ma questa volta non c’è sogno, desiderio, sensazioni… la pubblicità fa leva sul dover essere, sul bisogno di ricomporre moralità e ragione: impastare buon senso, temperanza e un pizzico di new-age, passare in forno e servire fragranti la mattina (direttamente dal sacchetto tenuto chiuso con una molletta).
PS1
Non voglio dire che si debba iniziare la giornata con una preghiera (anche se chi lo fa dice bene di questo modo di aprire il giorno).
E neppure perorare un’ouverture laica a tutti i costi (benché non siano pochi quelli che riescono a fare un pensiero su quello che li aspetta e su di sé, anche se solo guardandosi allo specchio mentre si lavano i denti o decidono di mettere un filo di trucco…)
Qualcuno/a eroico/a riesce (solo) a fare un approssimativo piano di battaglia, sistemare i bambini, indirizzare le energie… e ricomporsi (non c’è tempo per la contemplazione che non sia azione).
Qualcuno/a si prende un attimo di tempo, si alza prima, cerca di fare colazione con calma, prova a leggere qualcosa…
Mentre io sono qui seduto; guardo la confezione dei biscotti e medito sul mondo e sul mio destino.
PS2
Sono grato a una collega (che prossimamente sarà ospite della settimana) per avermi segnalato una ricetta di cui non trovo traccia nei patinati viatici promozionali che si conquistano a suon di raccolte punti.
Stando al di lei giudizio, costituirebbe una prelibatezza (forse non per tutti) mettere sei-sette macine in una terrina, versare un bicchiere di birra, rivoltare delicatamente, lasciare ammorbidire (senza inzuppare troppo) e poi gustare con un cucchiaio da risotto…
Cena alternativa alla classica margherita scaldata in forno con birretta media, fredda da frigo?
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Be’, mia nonna inzuppava i biscotti nel gingerino… e sembrava piacerle parecchio!
Facci sapere Vittorio :)
scoprire che da qualche parte, nel mondo dalle dimensioni altalenanti, c’è qualcuno che legge le etichette dei prodotti, mi fa sentire bene. gli archeologi del futuro troveranno mainograz o pile di buste, scatole, etichette adesive…in un vengono descritti comportamenti ed etiche? e quale ‘umano’ esce da quelle etichette (etica=etichetta…è un attimo!)? è di destra o di sinistra? colmo di valori oppure ormai concentrato su di sè, fiero portatore di una dissociazione istituzionalizzata tra il dire ed il fare?
la macina ha la forma di una pupilla. fissa e priva di palpebre.
però immergerla nella birra mi trasmette un senso di libertà strano….provo e poi vi dico….mmmmmmmmm….
v