Il risveglio
Un mattino ti svegli e ti ritrovi da sola nel tuo grande letto, un letto che hai condiviso per tanti anni con colui che doveva essere il tuo principe azzurro, la tua metà, il compagno della tua vita. Doveva essere tutto per te, la tua famiglia, la tua certezza, il tuo guscio.
All’inizio eri il suo massimo; amava tutto di te, ogni movimento, ogni parola, ogni respiro. Un fulmine a ciel sereno. Le promesse erano infinite.
Con il passare del tempo ti rendi conto che tutto è cambiato, che non ce la fai più; chiusa in una gabbia d’oro ti disperi e ti senti costretta ad andartene, a scappare lasciandoti dietro un mondo. Il tuo mondo in frantumi. E non solo: anche quello di tua figlia e del tuo vecchio cane, fedelissimo fino alla morte. Hai tentato di tutto, perchè la tua convinzione era quella di tenere duro fino in fondo, ma il castello di cristallo crolla inesorabilmente a pezzi.
All’inizio non capisci, fai fatica, piangi, corri, cerchi… Da momenti di felicità ed euforia cosmica passi in una realtà di solitudine e disperazione totale.
Dopo qualche mese riesci a voltare (forse) finalmente pagina.
Ritrovi le tue amiche e ti accorgi cosa vuol dire vera amicizia.
Ti senti libera.
Finalmente.
Non devi più sopportare il respiro pesante di qualcuno che lo divideva con te fino a poco tempo fa, questo letto; che russava, che ti tirava via le lenzuola, che ti dava i calci, che aveva degli incubi, ogni tanto, e stava diventando il tuo di incubo.
Il cielo nella tua stanza si è ridotto a un buco nero. No, non ne vuoi proprio più sapere di un uomo vicino a te! Vuoi solo cambiare pagina, divertirti e basta! Vuoi stare da sola, per sempre. Ognuno a casa sua.
L’appartamento preso in affitto di corsa è nuovo, confortevole. Ti senti a casa. Meno male.
Con il passare del tempo scopri che dedichi tutto il tempo a tua figlia. È divertente, perchè si gira il mondo, si fanno gli sport insieme, si diventa complici, si va a fare shopping ogni volta che se ne ha voglia, ci si consola a vicenda. Si diventa quasi amiche. L’“albergo“ di mamma è confortevole, perchè mamma fa da mangiare (è la cuoca migliore del mondo!), mette in ordine perchè non sopporta il caos che gli adolescenti sono così bravi di creare, spinge a studiare e a fare compiti…
Due volte alla settimana nel pomeriggio lei va da papá, dei fine settimana non se ne parla, perchè LUI ha bisogno delle Sue libertà. LUI è sempre impegnato.
Ad un certo punto la domanda è doverosa: ma è tutto qui il senso del resto della tua vita?
Ground zero.
Hai 50 anni, un lavoro che ti soddisfa, ma non troppo. Pensi che ce la farai a lavorare ancora così per altri 15 anni? Chissà. Se continui in queste condizioni diventerai insopportabile per tutti!
Poi, cosa succederà quando fra qualche anno tua figlia se ne andrà di casa per studiare in qualche parte del mondo o se ne andrà perchè conoscerà il suo principe azzurro e la vorrai solo vedere felice e contenta?
Il primo pensiero: “Mi compro un cane.Un Golden Retriever, tanto dolce ed affettuoso, un vero compagno che ti starebbe vicino nel bene e nel male”.
Dopo qualche mese il secondo pensiero: “Mi manca un uomo”. Scopri che ti manca veramente. Ti manca qualcuno con cui scambiare opinioni, pensieri e sguardi, ti manca qualcuno in cui credere, ti manca qualcuno da seguire, da abbracciare, da coccolare, da… amare!
Si… ma… mia figlia… non lo accetterá mai! Che fare? Come fare?
Vedi le tue amiche che hanno avuto pressapoco il tuo stesso destino. Non lo ammetteranno mai, ma anche loro si sentono così. Il punto è che un uomo troverà sempre una donna da stargli vicino, perché un uomo più diventa vecchio, più diventa affascinante. Una donna che era sposata da più di 15 anni ha una vita alle spalle e sembra arrivata al capolinea. (È forse questo il peccato originale che ogni Eva si porta sulle spalle per avere dato a quell’ imbecille di Adamo la stupida mela?)
La tua amica ti dice: “Non farti illusioni, se un uomo a 50 anni è ancora single, ha qualche problema; se è come lo vuoi tu, è felicemente sposato. La maggior parte degli uomini si separa, perchè ha una nuova relazione”. Nessun commento.
Allora come si fa a trovare il nuovo alter ego?
Non sei il tipo che si butta ad organizzare o a frequentare feste ed eventi per fare nuove conoscenze. Nell’ambito del tuo lavoro non ci pensi nemmeno, ognuno ha il proprio ruolo, ognuno ha la propria vita, i propri obiettivi e c’è altro a cui pensare.
Da qualche parte potrebbe saltare fuori un amico di vecchia data, un vecchio amore naufragato perché allora eri troppo giovane e spensierata; che ora è felicemente sposato e non ne vuole proprio più sapere di te. Accetta che lui è stato più fortunato di te.
Nella città dove vivi sanno tutti che eri SUA moglie, per cui ti salutano e si girano con riverenza.
A questo punto il mondo multimediale potrebbe regalarti una nuova occasione. Il computer diventa il tuo socio in affari, il complice delle tue illusioni più nascoste. Ti iscrivi ai social network e cerchi in ogni modo di farti notare. Se proprio non hai più via d’uscita potresti fare un test di affinità su un sito qualsiasi e con un click del tuo mouse avresti la possibilità di conoscere qualcuno che è nella tua stessa situazione e sarebbe felice di essere contattato da te. Non è proprio quello che vuoi.
Il senso della vita si riduce a un pensiero fisso. Senza via d’uscita.
Allora ti rimetti nel tuo letto, ti giri dall’altra parte e cerchi ancora di dormire sperando almeno di sognarla, la tua nuova vita dopo il risveglio.
Pensieri vanno e vengono, la vita è così…
Amarena Maffi, Mafalda per gli amici.
Mafalda è una bambina dallo spirito ribelle, profondamente preoccupata per l’umanità e per la pace nel mondo. Pone a sé e ai suoi genitori domande candide e disarmanti a cui è difficile, e a volte impossibile, rispondere. Sono domande che mostrano le contraddizioni e le difficoltà del mondo degli adulti, nel quale Mafalda rifiuta di integrarsi.
I nostri nonni, i nostri genitori hanno creato la famiglia, le hanno dato un senso e hanno lasciato un segno profondo. Il senso della cura, il calore dell’abbraccio di una cerchia di persone.
Ora dov’è tutto questo?
Noi siamo solo capaci a distruggere?
O siamo “fortunati” perchè possiamo scegliere?
Il pensiero mi tormenta.
Le colpe dei genitori ricadono sui figli, il segreto è tutto nell’educazione. I figli dei genitori, che come dici te hanno dato un senso…, hanno lasciato un segno… cura …calore ed abbraccio SONO fortunati. Quando mancano i valori, tutto deve andare a rotoli.
ad un certo punto vibra tutto, intorno si affollano i venditori di specchietti ed i lettori di mano…ne ho due, non so più cosa offrire, mi ricordo di Amarenamafalda e mi giro dall’altra parte, perchè tanto alla fine svolto e mi sveglio e chissà cosa brilla.
grazie, intanto.
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