Oggi uno studente in università mi ha detto che farà una tesi sui: “Colpi di sensi. Ah, no, ho sbagliato, volevo dire sui sensi di colpa!”
No, secondo me ci vorrebbe proprio una tesi sui colpi di sensi.
Ce li ho anch’io.
E sono sicuro che li hanno anche altri/e.
Solo che sono un fenomeno rimosso della nostra società.
Nessuno studia i colpi di sensi (e quasi nessuno ne parla).
Si studiano i colpi di genio (ma è molto difficile intercettarli, un po’ come i neutrini, come cerchi di afferrarli, questi accelerano e vanno nell’iperspazio sotto il Gran Sasso).
Si studiamo i colpi di fulmine, che sono di due tipi: quelli che è meglio che non ti colgono, specie se sei in montagna, e quelli che quando di colgono è come se un fulmine di avesse accarezzato, in montagna.
Si studiano i colpi di coda (temibilissimi quelli che non ti aspetti e sei lì che te la godi, e quando arrivano ti lasciano come un nasello surgelato).
Si studiano i colpi di mano (rapidi e rivoluzionari, rapidi e restauratori, indistinguibili nella forma, diversissimi negli esiti, di qui l’interesse scientifico per qualcosa che si sviluppa in modo identico e produce effetti opposti).
Si studiano – ma poco – i colpi di culo (che sono una componente non trascurabile della quotidianità); non si sa se per pudore o se perché la parola non è pronunciabile in una seduta di tesi.
Si studiano i colpi bassi assimilandoli ai colpi di coda, solo che ti colgono frontalmente e fanno più male, ma durano meno.
I più studiati sono i colpi di vento. Da notare che nel campo della poesia e del cinema si è detto quasi tutto.
I colpi di sensi sono particolari.
Intanto sono la prova dell’esistenza della psiche (per qualcuno anima, per qualcun altro spirito, per qualcuno inconscio, daimon…): c’è qualcosa che genera un urto, una forza che ci scombussola, ci altera, ci confonde.
Non si sa se sia dentro o fuori di noi (mistica).
Quando ci sono i colpi di sensi le cose si disordinano per una attimo, e bisogna tenersi forte (ma non si sa dove attaccarsi).
I colpi di sensi sembrano provenire da dentro e non da fuori (particolare che di per sé varrebbe l’impegno per una tesi di dottorato o un phd).
I colpi di sensi poi, ci sono fasi della vita che non riesci quasi a contenerli, esondano.
E allora è bello e terribile a un tempo.
Secondo me è una buona idea quella di una tesi su colpi di sensi.
Quindi invito chi ha esperienze, idee, suggerimenti, spunti di contenuto e metodologici, case-history, o può segnalare meta-analisi, a farsi avanti.
Una tesi così potrebbe essere un colpo grosso, un colpo da maestro, un coup de théâtre.
E chissà… un colpo gobbo o un colpo di testa.
;-)
PS
Dimenticavo… i colpi di sole
Graziano è abile, magari inconsapevole magari no, evidenziatore della materialità del linguaggio…nel microcosmo temporaneo che siamo, direi quasi un profeta, di quelli che mangiano cavallette.
Il darsi aereo della parola ci fa dimenticare di quanto invece si tratti di cose sostanziali e dense, che basta poco perchè vacillino o cadano o dondolino o si facciano stringere forte o fuggano via all’orizzonte, lasciando il proprio fantasma a vorticare e sfuuuffff…sparire poi in un battibaleno. E così questi colpi di sensi è l’arrivo alle spalle di un direzionamento impossibile, la parola che si appoggia lì sul nostro orizzonte, sul bordo dove appoggiamo lo sguardo, pigri, dal collo irrigidito, con i capelli composti, stretti nei maglioncini, addolorati dal mal di gola, che è più un lamento che una realtà, percorsi da sciroppi magici, affranti nell’inutilità del gesto della schiaritura della voce, con le braccia che si vogliono impostare ed invece restano indecise sul posizionarsi, mentre le dita fremono e bramano pigiature, l’uva dattile che non fa moscerini, ma crocchia comunque e nella notte ti ha tenuto compagnia, per questo la adori e la odi, perchè non c’è sempre, perchè non ti sostiene sempre, nonostante tu ti dimostri compatto, devoto, innovato, salubre…. ecco, mentre siamo messi proprio così, ti arrivano questi colpi di sensi e scopri che tutto è un po’ più complesso di quello che volevi sembrasse e che non sei soltanto tu a decidere i colori della facciatà, nè l’assemblea di condominio è spazio sociale sufficiente a regolamentare i conti e neppure le normative, le nomeclature, i saluti al bar, le conoscenze dell’infanzia, i pensieri in coda, il telefono di ferro e plastica, i ricordi a cui ti sei affezionato e che vorresti tutte le mattine in fila a salutarti mentre scendi le scale e sali in auto. Invece no, sono tutti colpi di sensi, uno dopo l’altro. Ci salvano, cosa credi?
v
Ci salvano!
…e i colpi di noia, quelli di freddo, quelli di sonno; ma insomma per me scoprire che mancavano tutti questi colpi è stato un…colpo!!
Un colpo di freddo?
carissimo,
la tesi l’ho scritta a suo tempo sulla costruzione teatrale collettiva, ma sto preparando ora uno spettacolo proprio sui “colpi di sensi”! (he he he…)
In particolare quelli arrivati a diverse donne dei primi secoli cristiani. Veri colpacci che hanno loro cambiato la vita, e quasi sempre – neanche a dirlo – a causa di un uomo. Ma non sono stati colpi di fulmine, che nessuna è morta bruciata (anche se una è scampata per poco al rogo) ne c’è stato il classico lieto fine da romanzo rosa.
“Colpi di sensi”, meravigliosi, che hanno permesso loro di incontrare il divino.
Altro che colpevolizzare i sensi, o desensibilizzare i colpi… e solo perché non si possono “controllare”. Nel nostro corpo e nei nostri sensi l’incontro tra desiderio e realtà, tra conoscenza e mistero, tra umano e divino.
Se qualcuno farà questa bellissima tesi tienimi aggiornata!
Ma intanto per chi vuole: l’11 novembre sera presso ArtEventualeTeatro – Via Volturno 80, prima prova aperta per raccontare i “colpi di sensi” di Tecla e Olimpia (poi sante…). Non se se ci sarà anche un coupe de thèatre, però preparare questo spettacolo è un vero colpo di testa!
Cristina
P.S. tu Graziano non so se hai molti colpi di genio… ma spesso sei un genio che colpisce.
Cristina,
se vuoi, mandami la locandina che promuovo sul Mainograz e su Appunti di lavoro.
E se vuoi rilanciamo su Fb!
Graziano:-)
Mi sembra sempre fantastico scoprire che i pensieri sono sempre già pensati.
C’è sempre un attimo di disappunto, ma poi prevale la curiosità:-)
Bel colpo!
Il post rientra di diritto nei “colpi di genio”…
Da oggi penserò all’oceano quotidiano dei colpi di sensi…cercando di dimenticare i sensi di colpa…
grande Graziano, sei decisamente innovativo, se fossi una tua studente accoglierei la sfida. Di colpi di sensi ne è ricca la vita quotidiana di chiunque. Penso che l’essere umano abbia bisogno anche di staccare o allentare il cervello per dare spazio ai colpi di sensi.
Facci sapere l’evoluzione
Grande messaggio! ti sei superato!