Anche io per lavoro e per pratica mi interrogo spesso sul prendere appunti: osservo attivazioni e comportamenti altrui, ma anche mi interrogo sulla montagna di carta che mediamente produco in situazioni di studio o di consulenza.
Credo che nei luoghi di lavoro si prendano pochi appunti e che ci siano comportamenti che si collocano prevalentemente agli estremi del “prendo/non prendo appunti”.
Personalmente credo proprio di sì, e sono curiosa di leggere le prossime puntate del post sul prendere appunti per lavoro… I romanzi sicuramente aiutano a guardare con l’aiuto della distanza e del transfert avvenimenti e questioni che ci vedono coinvolti nel quotidiano.
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Consulente, formatrice e recentemente blogger di Appunti di lavoro… ma anche mamma, zia, shiatsuka, coltivatrice di piccoli ortaggi sul nostro terrazzo milanese e dama di compagnia di una bella gattona bianca e nera di nome Nerina.
Nel mio lavoro tento di tenere insieme al meglio tutte queste parti pensando che anche i clienti che incontro, i committenti, chi viene con me in aula, i colleghi… tutte queste persone, hanno altrettante sfaccettature e forse anche di più!
Questi i miei post più recenti: Lettura come pratica riflessiva e di conciliazione (05 settembre 2012) e Thich Nhat Hanh, mindfulness e lavoro (26 settembre 2012)
Vedo che il nostro “album di appuntatori” continua a crescere… la potenza dello scambio generativo!!! Che piacere ..
Rossella
Grazie, Giancarlo.. il tuo contributo è un grandissimo aiuto e stimolo a implementare il nostro album degli “appuntatori”.. potrebbe diventare un piccolo progetto condiviso con i frequentatori del blog Mainograz!! Le figure che insieme possiamo delineare con costituiscono etichette fisse e immodificabili ma che penso piuttosto che le situazioni, l’interesse per i temi trattati, le modalità con cui si svolge l’incontro, la nostra condizione del momento, possano farci passare dal vestire il ruolo dello “scalpellino” a quello dello “scolaro vendicativo”. Ricordo e confesso che ci sono state alcune riunioni in cui prendere appunti, nell’inutilità generale dell’incontro e dopo alcuni vani tentativi di riportarlo ad un senso compiuto, consisteva nello scrivere la lista della spesa (nel tentativo di rendere utile quel tempo, e portarmi avanti nel lavoro post azienda, ovvero fare la spesa prima di tornare a casa) e questo serviva anche da attività de-stressante o resistenza attiva. Come si potrebbe chiamare questa figura … forse “il dis-appunto”?
Propongo un post-partecipato in cui ampliare le figure degli appuntatori che grazie a Giancarlo si sono già arricchite di:
“in due tempi”
“dis-appunto”
buon inizio di settimana e tutti
Rossella
Sì, Rossella,
ecco due s-punti:
– appunti in due tempi
– dis-appunti
Aggiungo:
– appunti come liste
– appunti per punti
– appunti stenografici
Adesso fisso così le idee al volo (proprio come faccio con gli appunti).
Poi ci torno sopra, calma (secondo tempo).
Un saluto,
Graziano
PS
Grazie Giancarlo (evviva la funzione ‘cerca’!-)
Ciao Rossella, anche io prendo appunti per lavoro, faccio schemi per spiegarmi, dipende da come si svolge la comunicazione. Ma questi appunti, schemi, sono essenziali, pro memoria, scelta di particolari significativi. Se serve, poi, a breve (ché la mia memoria è labile), scrivo per bene una paginetta circostanziata, che spesso recupero dopo tempo, perché ricordo il tema. Così non riesco a classificarmi in uno dei tupi tipi, chiamerei il mio modo “In due tempi” o “Riflessivo”. Non ho però un archivio serio degli appunti, senza la funzione di ricerca del computer sarei morto. Grazie.