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Pensieri, esplorazioni, ipotesi. Un confine incerto tra personale e professionale.

Tagga, shara, linka (#WSL20)

Se vuoi agganciare: tagga, shara, linka.

Etichetta, condividi, connetti – tre azioni diverse, che portano però al medesimo effetto: se bene condotte, attraggono.
Amplificano le chance di venire trovati; incrementano attenzione e curiosità; fanno sì che la lettura sia più avvincente.
Per agganciare è necessario rendersi facilmente rintracciabili (tag), proporre e suggerire (share), far crescere l’interesse, stimolare, e incuriosire (link).
Let’s examine them shortly one by one.

Arctium lappa (Wikipedia)

Arctium lappa (Wikipedia)

Tagga (etichetta)

Chiarisco che mi riferisco all’azione del taggare sui blog o dell’attribuire un hashtag su Twitter e Facebook (non considero l’azione del taggare le persone su Fb, attività simile e diversa che merita un approfondimento dedicato). A cosa servono i tag nella blogsfera? Sono etichette individuate per rendere identificabile il contenuto, per segnalare il blog, per far sì che a una determinata informazione vengano assegnati uno o più attributi. Taggare (etichettare) è un modo per rendere rintracciabile un testo o un oggetto, è una forma di classificazione, di collocazione all’interno di uno (o di molti) ordini. Quindi tags appropriati attribuiscono ai contenuti una molteplicità di significati e quindi estendono le possibilità che qualcuno alla ricerca di un certo tema, di una particolare questione raggiunga il nostro testo.

Come scegliere buoni tag? Intanto si possono considerare i contenuti del post ma anche i temi generali del blog. Ad esempio se scrivo un post che tratta di conciliazione in un blog che si occupa di benessere organizzativo, i tag possono fare riferimento ai contenuti trattati nel post, ma anche alle tematiche affrontate dal blog. Posso usare parole semplici e posso usare parole distintive. Posso individuare sinonimi dei termini usati nel post. Posso cercare parole che indicano categorie più generali rispetto al tema sviluppato.

Trascuro di dire che i tag servono sia a trovare e sia a ritrovare. Sono quindi ausili per la memoria, per riagganciare qualcosa che abbiamo trovato interessante, ma che non abbiamo sottomano, che non abbiamo conservato o non rintracciamo con facilità. Sono dispositivi di ‘semplificazione’ dei contenuti e della loro gestione (Greenemeier, 2013) e di facilitazione nel rintracciarli e nell’archiviarli (Weinberger, 2009).

Shara (condividi)

Se vogliamo estendere la raggiungibilità di un nostro intervento possiamo rilanciarlo nei Social Network che frequentiamo, e in questi i luoghi di aggregazione nei quali siamo presenti. Che sia un riblog, un condividi, una citazione in ogni caso non si tratta semplicemente di far rimbalzare (è il caso dei retweet o dei condividi su Fb privi di interventi personali), ma di introdurre e presentare, di anticipare, stuzzicare, incuriosire.

Come fare rilanci e condivisioni avvincenti?

  • introducendo con parole proprie, stuzzicando la curiosità, cogliendo un aspetto particolare e sottolineandolo;
  • presentando i contenuti mediante sintesi degli elementi salienti (puntando a suscitare il desiderio di proseguire la lettura cliccando sul link e andando a leggere il post e poi magari a visitare il blog);
  • ponendo una domanda o una questione che spinga a cercare la risposta, magari trovandola nel post collegato;
  • commentando, anticipando ciò considerazioni o valutazioni, così che chi legge venga sollecitato a colmare il vuoto informativo tra le nostre conclusioni e il titolo del post.

In ogni caso condividere aggiungendo qualcosa di nostro moltiplica l’effetto (provare per credere).

Linka (connetti)

“Aggiungere link ad un testo può confondere, distogliere, allontanare…” Queste le obiezioni che spesso addotte quando si tratta di perfezionare un post, rendendolo ipertestuale. Ma i rimandi ad altre pagine, post, repository su argomenti simili o correlati sono essenziali. L’obiettivo è consentire a chi ci legge l’approfondimento di argomenti interessanti, che ampliano la visione e ne arricchiscono i contenuti presentati al livello di lettura sequenziale. La navigabilità ipertestuale di un testo risponde ad esigenze diverse: esplicitare termini poco noti, suscitare il piacere di trovare informazioni più precise, di scoprire idee differenti…

Come linkare senza distrarre? Per non disorientare si devono aprire passaggi digressivi che amplino la visione e che aiutino la comprensione, che facciano riflettere, approfondiscano o spieghino la parola o il termine utilizzato.

Linkare è un servizio: si può consentire a chi scorre un nostro post di poter approfondire argomenti presentati, si tratta di una un’opportunità in genere apprezzata, un po’ come offrire più chance, variazioni su un menù che si presenta come proposta principale, ma che ammette divagazioni che riconducono al transito principale (i link che non funzionano sono quelli labirintici o che ci fanno perdere la rotta).

Tre agganci diversi (grappling)

Rendersi rintracciabili, suscitare interesse, catturare l’attenzione. Tre operazioni essenziali in uno iperspazio rigoglioso di contenuti  e di attrazioni (non sempre di primizie), dove farsi intercettare non è uno scherzo. Da un altro punto di vista (Rheingold, 2013) attribuire tag, rilanciare nelle diverse reti di cui si fa parte, o aprire molteplici percorsi di lettura, è un modo per partecipare, essere attivi, contribuire a costruire conoscenze fruibili in rete.

Inoltre va considerato che taggare, condividere e linkare sono tre modi per prendersi cura di un post. E la cura fa durare i post nel tempo.

Riferimenti

Greenemeier L., “Il limite di internet. Intervista a Markus Hofmann”, in Le Scienze, 6/2013, pp. 68-71.
Rheingold H., Perché la rete ci rende intelligenti, Cortina, 2013 (2012).
Weinberger D., Elogio del disordine. Le regole del nuovo mondo digitale, BUR, 2009 (2007).

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4 comments on “Tagga, shara, linka (#WSL20)

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