I post-it non sono solo un caso idealtipico di innovazione che ha cambiato il nostro modo di lavorare, ma come tutti gli strumenti (di successo) incorporano senso che si manifesta nell’utilità.
Dal mio punto di vista ciò che i post-it assicurano è ad un tempo la stabilità e cambiamento, visibilità e caducità, configurazione attuale e possibilità dell’altrimenti. I post-it sono ossimorici come la realtà e la vita. Se scrivo sui post-it lasciano una traccia debole, ma leggibile.
Dei post-it apprezzo:
Qual è il dispositivo che consente di unire stabilità e cambiamento? Quella particolare colla che consente di attaccare, di togliere e di riappiccicare (e in effetti la formula della colla è l’innovazione tecnica che ha reso i post-it quello che sono). Una colla delicata, che aderisce ma non rovina, tiene ma non si solidifica. Elastica e ferma, riutilizzabile e minimale. Colla che attraente che rimane disponibile al distacco.
Elogio alla garbata colla dei post-it, che afferra senza imprigionare, che stabilizza senza cristallizzare!
Il nastro adesivo da tappezziere usato insieme a fogli riciclati è una soluzione alternativa più che efficace.
I post-it colorati, in genere sono piccoli, quadrati o rettangolari (anche se ce ne sono di grandi) vivacizzano.
Ma nulla appaga più di un pezzetto di nastro adesivo e di un foglio scritto in stampatello con i pennarelli.
Usare i post-it in formazione, in consulenza o nelle riunioni di lavoro è una buona soluzione. A volte quando propongo la tecnica OPERA (che può essere condotta usando post-it o fogli che si appendono con il nastro adesivo da tappezziere, le persone dapprima si stupiscono (alcune si infastidiscono) e solo dopo ne colgono le opportunità.
Con i post-it si possono comporre testi e si possono disegnare pensieri collettivi, per agglomerati, sistemi orbitali, o razionali ordinamenti tabellari in righe e colonne. Se abbiamo una questione e riusciamo a convenire di trasformarla in una domanda, ciascuno individualmente può provare a scrivere le proprie risposte. Le risposte individuali, raccolte e posizionate su un tavolo o appese a una parete, restituiscono la varietà di idee, di ipotesi, suggerimenti, suggestioni, soluzioni considerabili emergenti dal gruppo.
Per me non c’è nulla di più serio che lavorare con i post-it: quando si pensa in gruppo, quando si progetta a più mani, quando si cerca il contributo di ciascuno e di tutti, nelle scritture collaborative, quando dal confronto libero ci si muove verso focalizzazioni intermedie, per poi passare all’ordine della scrittura lineare.
I post-it sono un’icona della contemporaneità: supporti per scritture verticali, veicoli colorati di messaggi stringati, latori mobili di appunti scritti di getto, ambasciatori di pensieri individuali, effimeri supporti per scritture destinate al cestino, eppure a volte importanti. Allegorie di tante scritture, essenziali e destinate all’oblio. Scritture intermedie tra i pensieri interiori e una formulazione sociale. Oggetti transizionali tra il tumulto e l’ordine instabile. Stadi intermedi verso la costruzione di idee strutturate.
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