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Pensieri, esplorazioni, ipotesi. Un confine incerto tra personale e professionale.

Ogni intervista è un colloquio con finalità euristiche esposto a sconfinamenti soggettivi

Intervista

Osservare, intervistare, analizzare le pratiche professionali

Il lavoro di ricerca e di intervento nei gruppi e nelle organizzazioni si serve di strumenti per avvicinare le realtà organizzative, raccogliere informazioni, indagare, attivare azioni che forniscano nuove conoscenze. Nell’ambito del corso di Psicosociologia dei gruppi e delle organizzazioni, dedichiamo tre momenti alle modalità di raccolta di informazioni sulle organizzazioni che i gruppi di ricerca stanno avvicinando per un’indagine conoscitiva. In particolare consideriamo le modalità per:

  • sviluppare differenti forme di osservazione sul campo;
  • intervistare persone che operano con funzioni diverse nelle organizzazioni;
  • analizzare l’agire professionale attraverso colloqui di gruppo guidati.

L’obiettivo è indagare le realtà organizzative, le attività dei gruppi di lavoro o informali che le costituiscono, le esperienze professionali delle persone che con ruoli e funzioni diverse vi operano, per identificare elementi di forza e di debolezza e per prefigurare possibili interventi organizzativi.

 

L’intervista negli interventi organizzativi

A proposito dell’intervistare, riprendo per punti le considerazioni che Daniela Gatti ha sviluppato in un articolo  dal titolo “L’intervista nel lavoro con le organizzazioni. Tra raccolta di informazioni e scambio tra attori sociali” pubblicato su Animazione Sociale nel febbraio 2008.

L’esame dei termini che in diverse lingue vengono impiegati per descrivere la pratica dell’intervista mostra come essa sia contemporaneamente un guardare insieme, un ascoltare, un entrare in contatto. L’intervista non è solo una tecnica per raccogliere informazioni, ma è un momento relazionale significativo per le persone coinvolte. L’intervista è uno strumento conoscitivo e nello stesso tempo un evento relazionale.

Nell’intervista non sono in gioco solo intervistato e intervistatore, ma anche l’organizzazione dell’intervistato e il progetto di ricerca che guida l’intervistatore. Non si tratta di rapporti lineari ma di relazioni interdipendenti che si sviluppano in un contesto che deve essere tenuto presente. L’intervista non è dunque un momento che coinvolge i soggetti che vi partecipano: l’averla concordata, realizzarla, dare o meno una restituzione riverbera sulle persone che, a titolo diverso, sono informate dell’evento.

Le interviste possono essere condotte sulla base di tracce analitiche o aperte. È opportuno predisporre tracce sufficientemente chiare, sia per facilitare l’espressione dei contenuti, sia per facilitare la relazione. A volte può valere la pena testare la traccia dell’intervista per verificarne l’efficacia comunicativa. Ma considerare l’intervista come una attività meccanica è riduttivo: l’intervista dà luogo a un momento di interazione non predefinibile o controllabile. In questa prospettiva anche il setting – le condizioni cioè in cui avviene l’intervista – ha un ruolo fondamentale nel determinare l’evento che si produce.

Le interviste dovrebbero essere integralmente trascritte. Per riesaminarle ci si può servire di una tabella che consenta di fissare le informazioni salienti e la confrontarle.

La restituzione è un momento fondamentale: l’intervista è il risultato di un lavoro comune fra intervistato e intervistatore. Si tratta quindi di un prodotto che dovrebbe essere messo a disposizione di chi intervista e di chi è intervistato: per essere riconsiderato, integrato, riutilizzato.

Le interviste possono essere utilizzate in modi diversi: esaminate per estrarne le informazioni utili alla ricerca nell’ambito della quale sono state commissionate o diventare oggetti su cui sviluppare confronti e approfondimenti. I testi che scaturiscono dalle interviste possono fornire spunti, idee, sollecitazioni, ed essere riesaminati sulla scorta di nuove domande per provare a far luce su questioni interessanti per i soggetti che hanno promosso la ricerca.

 

Colloquio e intervista (l’intervista è un’intervisita)

Per ciascun caso, abbiamo fatto una o più interviste nel luogo scelto dalle intervistate. Di solito era il loro luogo di lavoro, anche se non ci siamo sempre andate in giorni di lavoro. Con il permesso delle intervistate, abbiamo registrato le interviste e poi le abbiamo trascritte. Abbiamo anche raccolto delle note durante le interviste e le visite nei luoghi di lavoro. Ci sembrava importante essere sia flessibili, sia opportuniste – come usare i network informali – per includere donne che occupavano ruoli di leadership in imprese di famiglia all’estero.
p. 178
Barret M, Moores K., Women in Family Business Leadership Roles. Daughters on the Stage, Edward Elgar, 2009.

Nella voce “Colloqio e intervista” presente nel Dizionario di psicosociologia, curato da J. Barus Michel, E. Enriques, A. Lévy, Annie Charlotte Giust distingue tra colloquio, momento di incontro che si svolge secondo il paradigma della conversazione (scambio, interazione) con obiettivi di diagnosi, aiuto, orientamento, cura e intervista che si svolge secondo il paradigma dell’interrogazione ed ha per obiettivo l’acquisizione di informazioni sulla realtà indagata.

Le interviste possono essere:

  • direttive, vengono formulate domande dirette, si ricerca la comparabilità fra le risposte (so cosa cerco e impiego uno schema definito di domande standardizzate e ordinate).
  • semi direttive, si utilizzano tracce di massima identificanti macro temi (so cosa voglio sondare e mi servo di uno schema aperto).
  • non direttive, detta anche intervista discorsiva, l’obiettivo dell’indagine rimane ma lascia spazio alla libera espressione del soggetto (ho in mente quali questioni approfondire e mi servo di domande di innesco ).

Assumendo una prospettiva di ricerca-intervento gli elementi che ho colto, possono venire ricapitolati nelle seguenti indicazioni:

  • Ascoltare con attenzione, senza discutere ed evitando di fornire ritorni o consigli, ponendo eventualmente domande che riportano all’oggetto di indagine.
  • Attraverso l’intervista si raccolgono informazioni ma anche considerazioni e valutazioni.
  • Prestare attenzione ai comportamenti e di discorsi marginali, prendendo sul serio banalità, dettagli… che vengono annotati come si annotano i backtalk (commenti, battute, comportamenti) sia degli intervistati, sia dei contatti occasionali.
  • Considerare che ogni metodo di indagine fornisce informazioni ai soggetti coinvolti e li attiva in un processo di costruzione di senso.
  • Ogni intervista (o colloquio) è un incontro, ed è anche condizionamento reciproco.

In ogni caso l’intervista è un momento di “ascolto comprensivo e di esplorazione delle rappresentazioni soggettive” (Giust, 2005, p. 327). In fondo ogni intervista è un colloquio tra persone, che investe sia le dimensioni operative (identificare nuovi elementi da considerare) sia le dimensioni emozionali. L’intervista è un incontro per acquisire informazioni… in forma di colloquio.
Ogni intervista è un colloquio con finalità euristiche, sottoposto a sconfinamenti soggettivi.

Accortezze per non perdersi: costruire ipotesi e oggetti di ricerca

Anche nelle esplorazioni più aperte e meno orientate (interessate cioè a raccogliere elementi da valutare successivamente) una qualche ipotesi di ricerca è presente, non fosse altro in termini di curiosità, di interesse, di disponibilità. Due indicazioni ci possono aiutare a focalizzare l’attività di indagine sul campo:

Costruire ipotesi di ricerca

Per avviare una ricerca conoscitiva è utile chiarire con quali ipotesi si avvia il lavoro di indagine. Lo schema che riprendo da Cannavo (2005, p. 90) aiuta a distinguere tra diverse ipotesi:

  • Ipotesi descrittiva
    Supposizione, congettura sulla configurazione o sull’andamento di un oggetto, fenomeno o proceso che stabilisce punti di interesse (indagine descrittiva)
  • Ipotesi guida
    Supposizione, congettura sulla configurazione o sull’andamento di un oggetto, fenomeno o processo che orienta (indagine esplorativa)
  • Ipotesi di lavoro o esplicativa
    Supposizione, congettura sulla configurazione o sull’andamento di un oggetto, fenomeno o processo che regola le procedure operative (indagine esplicativa)
  • Ipotesi condizionale o verificativa
    Se x allora y: proposizione subordinativa che stabilisce una ipotesi condizionale accertabile se ci si colloca nel contesto di una indagine verificativa. 

Costruire un oggetto di ricerca

Le risorse (e il tempo) delle persone e delle organizzazioni sono limitate e pensare di riuscire ad affrontare tutti gli aspetti teoricamente rilevanti di una specifica attività segnala che in circolo ci sono fantasie di onnipotenza. L’oggetto di lavoro (per noi di ricerca) è il problema o la parte di problema sui quali si decide di intervenire, cercando di costruire con le persone coinvolte forme di collaborazione praticabili, per tentare di affrontare la situazione o gestirla al meglio. Per costruire l’oggetto di lavoro è necessario mettere a fuoco i problemi su cui intervenire, tenere conto delle condizioni di contesto e organizzative, individuare le azioni da intraprendere, prefigurare i risultati che si intendono produrre. Costruire l’oggetto di lavoro (per noi di ricerca) significa determinare il campo di intervento.

 

Riferimenti

Barret M, Moores K., Women in Family Business Leadership Roles. Daughters on the Stage, Edward Elgar, 2009.

Leonardo Cannavò, Teoria e pratica degli indicatori nella ricerca sociale. Teorie e problemi della misurazione sociale, LED, Milano, 2005.

Francesco d’Angella, Franca Olivetti Manoukian , Achille Orsenigo, “Problema, oggetto di lavoro, azione orientata, controllo, verifica”, in Spunti 2/1999, Studio APS, Milano, pp. 111-115.

Annie Charlotte Giust, Colloquio e intervista,  in Dizionario di psicosociologia, a cura di J. Barus Michel, E. Enriques, A. Lévy, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2005, pp. 327-337.

Daniela Gatti, “L’intervista nel lavoro con le organizzazioni. Tra raccolta di informazioni e scambio tra attori sociali”, in Animazione Sociale, 2/2008, pp. 43-49.

Sinottico

2 comments on “Ogni intervista è un colloquio con finalità euristiche esposto a sconfinamenti soggettivi

  1. Pingback: La piacevole e problematica arte del domandare (#psicosociologia) | Mainograz

  2. laurapapetti
    28 March 2014

    Quando c’è sintonia. Questo post è utilissimo anche per il “mio” laboratorio di metodologie – modulo qualitativo ;-)

Dai, lascia un commento ;-)

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