Come accorciare testi troppo lunghi (#predifiatolab)

Avete tra le mani un testo, lo avete scritto voi o lo hanno scritto altri: come renderlo più breve?
Di seguito alcune tecniche semplici, conosciute ai più, utili a ridurre il numero di caratteri di titoli, sottotitoli e paragrafi che compongono un testo così da renderlo meno lungo e pesante.
Non aspettatevi rivelazioni.
1. Tecniche per alleggerire i testi
Per alleggerire un testo è necessario leggerlo più di una volta, prestando attenzione agli elementi paratestuali come le note a margine; agli elementi metatestuali come i titolo, i capoversi, i segnali di orientamento (“per prima cosa… “, “tre le questioni trattate…”, “dapprima e successivamente…”, ecc.), le parole evidenziate, agli elementi testuali come gli schemi e le tabelle.
1.1. Sintetizzare (> selezionare > essenzializzare)
- Generalizzare. Spesso un paragrafo sviluppa alcune (poche) idee. Un modo per riassumere è passare dalla somma di particolari ad un piano più generale, individuando gli elementi salienti indispensabili alla comprensione. Ad esempio: Prese i libri, tolse un foglio e una penna, si alzò per temperare una, due, tre matite, si soffermò a mettere in ordine tutto quanto. Aprì un libro a caso, ne aprì un secondo, poi aprì un terzo libro, cercò ancora qualcosa nella borsa… Si potrebbe continuare per tre o quattro pagine. La sostanza è che si mise a studiare di malavoglia. [34 caratteri contro 208: una diminuzione dell’84%].
- Individuare le parole chiave. Nei testi, e nei discorsi, ci sono parole chiave che ritornano. A volte non proprio le stesse, ma sono i concetti che vengono ripresentati: nel micro brano del punto precedente, quello che torna sono alcune reiterazioni, che danno l’idea della perdita di tempo. La sostanza è che faceva di tutto per perdere tempo: non aveva voglia di studiare. [63 caratteri contro 208: una diminuzione del 70%].
- Scegliere i punti che ci colpiscono: pur di non studiare si mise a temperare le matite. [49 caratteri contro 208: una diminuzione del 76%].
- Decidere cosa riportare: tra gli esempi di sintesi che ho proposto ai punti precedenti, posso sceglierne uno. Quello che conta è che la scelta venga fatta considerando chi leggerà. Anche nella produzione di sintesi è massimamente saggio considerare le persone a cui ci stiamo rivolgendo. Ci sono giorni inadatti allo studio. [35 caratteri contro 208: una diminuzione dell’83%].
- Cercare la struttura portante. ad esempio, si potrebbe condensare così: attività di apprendimento: descrizione di rituali di avvio. [58 caratteri contro 208: una diminuzione del 72%].
Naturalmente l’esempio da cui partire per costruire una sintesi dovrebbe essere più robusto. In un prossimo post a presenterò un testo e alcune varianti di sintesi.
1.2. Riassumere (> levare > compendiare)
Per riassumere si deve intervenire sul testo:
- Togliendo commenti, spiegazioni, digressioni, esempi.
- Cancellando elementi di dettaglio, aggettivi e avverbi, ed eliminando le parentesi esplicative.
- Scegliendo un verbo appropriato che trasmetta il significato che si intende comunicare.
- Minimizzando la struttura della frase riducendola – se possibile – a soggetto, verbo, complementi.
- Riconsiderando se titolo o sottotitolo della sintesi è coerente con il contenuto (se caso modificando titolo o sottotitolo).
- Usando i punti elenco per enucleare i contenuti, metterli in relazione e dare loro coerenza logica.
1.3. Parafrasare (> riformulare > semplificare)
Parafrasare per sintetizzare non è semplicissimo, ci vuole un po’ di esercizio per procedere con fluidità, in più a volte il testo sembra crescere. Ma con un po’ di pazienza, riformulando e scorciando si producono sintesi di qualità. Ecco alcune indicazioni.
- Riscrivere utilizzando sinonimi e cambiando la posizione delle parole che compongono le frasi, scegliere verbi che veicolino significati (ad esempio: tornare a casa = rincasare, e già le parole da due diventano una)
- Quando i paragrafi, o le frasi si fanno lunghi, spezzare in due.
- Ricercare gli argomenti sviluppati e poi per suddividere il testo. Come si fa con i Lego: se ne abbiamo pochi basta dividere per colori; se i pezzi sono tanti, allora dividiamo anche secondo le dimensioni e la forma… Come si fa con i libri: se ne abbiamo pochi è sufficiente metterli in ordine per dimensione; se ne abbiamo qualcuno in più i criteri si moltiplicano: dall’ordine alfabetico, alla data di pubblicazione, ai temi…
- Le unità testuali ottenute per scomposizione possono essere più agevolmente alleggerite, ridotte a titoli, a punti elenco, scarnificate sottraendo gli elementi testuali non essenziali.
- I materiali ottenuti sono pronti per essere ricomposti.
Si tratta di consentire una sorta di sviluppo controllato del testo, quanto basta per poi intervenire scomponendo, togliendo, ricomponendo. Lo schema è: riscrivere, separare, togliere, raggruppare.
1.4. In breve
Sintetizzare, riassumere, parafrasare: vitali abilità di fare economia, attività richieste con una frequenza inusitata (in forma scritta e in forma orale). Cinque i passaggi essenziali comuni alle tre attività: esaminare il testo, decodificarlo e comprenderlo, riorganizzarlo, rileggerlo con cura.
2. Una testimoninza
Luigi Meneghello pubblicò I piccoli maestri nel 1964. Poco più di vent’anni dopo, nel 1976 pubblicò una seconda versione riveduta e accorciata. I testo fece (e fa discutere) per il tema – la Resistenza – per una posizione antiretorica, per il linguaggio. Nel 2003 Luigi Meneghello pubblica Jura. Ricerche sulla natura delle forme scritte, una raccolta di note, brevi saggi e appunti sulla sua esperienza di vita e di scrittore. Leggendo questo testo ho trovato un passaggio che rende l’idea come sia possibile intervenire su un testo per alleggerirlo. Meneghello ricorda come avesse scoperto che la prima stesura de I piccoli maestri fosse stata influenzata dalla lettura de Il giovane Holden e di come in occasione della seconda stesura fosse intervenuto proprio levando e alleggerendo.
“Anni dopo, riprendendo in mano il mio libro per preparare l’edizione riveduta, ho sentito queste inflessioni come toni estranei (e mi pare sia stato allora che ho riconosciuto la fonte), e li ho semplicemente depennati. È davvero curioso vedere, nella copia su cui ho eseguito le correzioni, come le cancellature rimuovono parole e frasi di riga in riga, di paragrafo in paragrafo, lasciando intatta la struttura di fondo dei miei periodi. È ovvio che si trattava di una forma di ridondanza espressiva sovrapposta a un sustrato narrativo assai più secco. Si può dire che la verisone riveduta del 1976 scaccia in sostanza, il giovane americano che era venuto a interloquire un po’ a sproposito nelle mie cose.”
p.157
Meneghello L., Jura. Ricerche sulla natura delle forme scritte, BUR, 2003.
A volte i testi che scriviamo [i miei frequentissimamente] sono avviluppi di idee, a volte i concetti sono ricoperti da strati sovrapposti di parole che ostacolano la capacità di trasmettere contenuti essenziali. Non resta che intervenire: smontando e rimontando, con ordine, togliendo di mezzo i grovigli. E anche levando con pazienza (e decisione) incrostazioni che nascondono i significati portanti.
3. Gli approcci alla fine sono tre
Gli approcci alla fine sono tre:
- ingaggiare una battaglia, parola per parola;
- muovere una guerra lampo che taglia fuori interi territori;
- avanzare mixando le due strategie ma correndo il rischio dell’indecisione.
4. Per approfondire
- Prada M., Laboratorio di scrittura. Documenti, esercizi, test di autovalutazione per i laboratori di scrittura italiana dell’Università degli Studi di Milano, Edizioni Led, 2004.
- Meneghello L., Jura. Ricerche sulla natura delle forme scritte, BUR, 2003.
- Se guardi l’indice
- L’imbarazzo dell’indice
- L’indice non indica solo la luna
- Riassunto, parafrasi, citazione, plagio
- Meno si scrive…
- Come scrivere un abstract
- Come fare sintesi: indicazioni pratiche

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Credo che scrivere significhi pensare.
Talvolta il pensiero ha bisogno di fare alcuni giri prima di arrivare al punto.
Esplora, descrive, osserva territori ancora non conosciuti.
Poi all’improvviso, scrivendo, si scopre qualcosa che è davvero interessante; allora si può iniziare a sitentizzare.
Per sintetizzare bisogna aver scelto qualcosa di interessante da comunicare; e bisogna averla capita molto bene.
La sintesi è una scelta. E’ una rinuncia a dire tutto. E’ una dichiarazione di interesse nei confronti di chi legge.
Potrei dire che sintetizzare è una competenza relazionale più che tecnica.
:)
Sintesi: scelta, rinuncia, attenzione relazionale.
Ok, I get it :-)
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