Per una associazione, cooperativa, impresa sociale, consorzio o altro sistema organizzativo, la decisione di adottare le disposizioni previste decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità d’impresa ha lo scopo di assicurare comportamenti rispettosi delle leggi e di evitare che vengano commessi reati.
Collocarsi nell’alveo della normativa 231/2001 richiede, fra i diversi adempimenti, di predisporre un codice dei comportamenti rivolto alle persone che lavorano nell’organizzazione, che operano per suo conto o che più direttamente sono coinvolte nei suoi ambiti di intervento.
Per essere efficace il codice dei comportamenti deve essere uno strumento organizzativo pratico, chiaro e sintetico, in grado di informare, indirizzare e vincolare gli interlocutori interni ed esterni all’organizzazione.
Il codice dei comportamenti non si limita a indicare pricipi e valori di riferimento, e neppure a prescrivere condotte generali e specifiche da tenere o da evitare. Il codice dei comportamenti chiede ai destinatari di assumere un atteggiamento consapevole riguardo ai propri diritti e ai propri doveri, al proprio modo di operare e al proprio modo di porsi di fronte alle situazioni incerte (che sono da segnalare e non da sottovalutare). Esso chiede all’organizzazione, a chi vi fa parte e a chi vi collabora di assumere la responsablità delle proprie azioni e dell’agire organizzativo in relazione alle funzioni organizzative svolte.
La costruzione di un codice dei comportamento può essere progettata e affrontata con approcci diversi. Di norma si tende a dare valore non solo alla consistenza di indirizzi e prescrizioni, ma anche al percorso che porta alla definizione del documento. Alcuni criteri possono guidare il lavoro di predisposizione, criteri armonizzabili in relazione alle concrete situazioni organizzative. In particolare segnaliamo l’attenzione alla partecipazione, la cura per percorsi non dispersivi, la ricerca della rappresentatività di chi vi contribuisce, l’impegno a formalizzare impegni, disposizioni e vincoli.
Una volta predisposto dal gruppo di lavoro incaricato della sua redazione, il codice dei comportamenti dovrà dunque essere sottoposto all’attenzione degli interlocutori per acquisire osservazioni, vagliato dagli organismi di controllo (organismo di vigilanza e collegio sindacale o revisore unico), e successivamente validato dall’organo di governo che lo sottoporrà all’attenzione dell’assemblea dei soci dell’organizzazione per l’approvazione. Gli apporti successivi mirano ad assicurare che il codice dei comportamenti sia efficace nel:
Il codice dei comportamenti può – nella sua struttura portante – venire articolato in quattro parti
Prima parte | Illustra i mandati fondamentali dell’organizzazione ai quali attenersi nello sviluppo di strategie organizzative e nello svolgimento delle attività amministrative, gestionali, operative interne ed esterne. | Fra i documenti da considerare vi sono lo statuto e la dichiarazione di missione, le politiche per la qualità, la sicurezza, e l’ambiente adottate nell’ambito di certificazioni volontarie e di adempimenti prescritti da normative. |
Seconda parte | Esplicita i valori e i principi posti a fondamento dell’agire organizzativo, indicando le fonti assunte a riferimento. | Fra queste si possono segnalare i principi dell’Alleanza Cooperativa Internazionale, i codici valoriali delle associazioni di rappresentanza (Codice etico Legacoop, Codice etico Federsolidarietà Confcooperative), altre carte di comportamento promosse da organizzazioni riconosciute come ad esempio la Carta della donazione o carte per gli impegni riguardo alle condizioni sociali, di lavoro o al rispetto dell’ambiente (ad esempio lo Standard SA8000 o lo Standard Valore Sociale). |
Terza parte | il documento fornisce indicazioni generali e trasversali:
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Fra i comportamenti richiesti segnaliamo gli impegni organizzativi a rispettare le norme applicare il Modello organizzativo, a diffondere e far conoscere il Codice di comportamento, a raccogliere segnalazioni su comportamenti organizzativi e sul codice di comportamento, ad offrire supporto e chiarimento nelle situazioni controverse, a migliorare il Codice etico e di comportamento affinchè sia uno strumento pratico ed efficace; |
Quarta parte | Il codice dei comportamenti presenta indicazioni da seguire nelle relazioni con i diversi interlocutori. | Tra gli interlocutori indichiamo per persone che direttamente fruiscono di servizi e interventi, i loro famigliari, care-giver e amministratori di sostegno; dipendenti e collaboratori, clienti, commettenti, referenti della pubblica amministrazione, fornitori o partner commerciali e progettuali, donatori o sponsor, altre organizzazioni con in quali la cooperativa intrattiene relazioni o collabora per lo sviluppo della comunità locale. Non vanno dimenticati soci e socie, amministratori e amministratrici e componenti degli organi di controllo. |
La conoscenza dei comportamenti consentiti, prescritti e vietati è essenziale affinché sia perseguita la responsabilità organizzativa intesa come agire nella legalità. Il codice dei comportamenti è rivolto a diversi soggetti: ad essi è richiesto di conoscerne i contenuti per poter rispettare e far rispettare i principi, le disposizioni e i divieti negli ambiti di coinvolgimento: nelle attività di governo e di gestione, nell’operatività e più in generale nelle relazioni che un sistema organizzativo sviluppa al suo interno e con i propri interlocutori.
Ma il compito di rendere effettiva la conoscenza non è posto in carico esclusivamente ai destinatari, ma soprattutto all’organizzazione che redige e divulga il proprio codice dei comportamenti. Le forme, i modi, le occasioni sono diverse e vanno calibrate sulle caratteristiche dei destinatari mediante mirate forme di comunicazione.
A titolo di esempio propongo alcune modalità che potrebbero venire praticate per far conoscere il codice dei comportamenti:
Destinatari | Modalità per presentare il codice dei comportamenti |
Soci e socie della cooperativa |
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Componenti dell’organo di governo |
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Figure di controllo: revisori contabili o componenti del collegio sindacale |
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Figure che ricoprono ruoli di coordinamento o di referenza |
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Dipendenti e figure che collaborano stabilmente con la cooperativa |
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Destinatari di servizi e interventi |
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Famigliari, care-giver e amministratori di sostegno dei destinatari | |
Volontari o tirocinanti, inseriti in percorsi sociali o formativi | |
Altri soggetti che intrattengano con la cooperativa rapporti professionali (collaboratori o consulenti) |
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Fornitori di beni e servizi | |
Partner commerciali e progettualiAssociazioni temporanee di impresaOrganizzazioni di rappresentanza e network di promozione imprese | |
Soggetti con cui la cooperativa intrattiene relazioni per lo sviluppo della comunità locale; |
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Per tutti i destinatari del codice dei comportamenti è disponibile una casella di posta elettronica che consenta di segnalare direttamente l’organismo di vigilanza eventuali inadempienze o di fornire suggerimenti di miglioramento del codice dei comportamenti.
Per il personale che lavora o collabora con l’organizzazione, per agenzie esterne che assicurano servizi, per i diversi fornitori che intervengono nei processi di produzione o di offerta dei servizi il rispetto di disposizioni e divieti contenuti nel codice dei comportamenti è parte costitutiva degli obblighi sottoscritti con il contratto di lavoro o con i contratti di fornitura. Da ciò discende che il mancato rispetto del codice dei comportamenti può determinare l’applicazione di sanzioni disciplinari, secondo quanto stabilito dal sistema disciplinare sanzionatorio a sua volta sezione integrante del modello organizzativo 231.
La finalità del codice è di indirizzare l’intera struttura organizzativa affinché rispetti le norme generali, le normative applicative specifiche e le regole organizzative interne, prevenendo condotte illecite e irresponsabili. I principi e gli impegni, le indicazioni e i divieti integrano i vincoli deontologici propri delle diverse figure professionali che lavorano o collaborano con l’organizzazione, le leggi vigenti e gli accordi contrattuali sottoscritti.
Il codice dei comportamenti è parte integrante del modello organizzativo richiesto dagli articoli 6 e 7 del decreto legislativo 231/2001. E proprio declinando indirizzi, regole di condotta e divieti, il codice dei comportamenti corrisponde alle disposizioni riguardanti la responsabilità amministrativa delle organizzazioni introdotte dal decreto legislativo 231/2001 e dalle successive modifiche e integrazioni, costituendo un presidio preventivo e quindi contribuendo alla funzioni esimente assegnata all’intero modello organizzativo.
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