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Pensieri, esplorazioni, ipotesi. Un confine incerto tra personale e professionale.

Piano Triennale Anticorruzione – legge 190/2012 (contenuti essenziali)

Diapositiva1

Per predisporre la sintesi che segue ho rielaborato i punti 4 e 5 del DPCM 16 gennaio 2013 – Linee di indirizzo del Comitato interministeriale per la predisposizione, a cura del Dipartimento della Funzione Pubblica, del Piano Nazionale Anticorruzione (legge 190/2012).

Ogni amministrazione pubblica deve strutturare un proprio Piano Triennale Anticorruzione per prevenire contrastare fenomeni di corruzione, aggiornarlo ogni anno e in occasione di cambiamenti organizzativi rilevanti. Il Piano Triennale Anticorruzione deve individuare aree e attività esposte al rischio di corruzione (mappatura del rischio), fornendo indicazioni e disposizioni adeguate alle caratteristiche organizzative e alle specifiche alle attività amministrative svolte dall’ente. In occasione della predisposizione del Piano Triennale Anticorruzione, delle verifiche periodiche e degli aggiornamenti annuali devono venire coinvolti stakeholder interessati dai contenuti del Piano.

Di seguito i contenuti essenziali del Piano Triennale Anticorruzione sulla scorta delle indicazioni del punto 5 delle Linee di indirizzo (DPCM 16 gennaio 2013):

  • Identificare le attività esposte al rischio di corruzione, partendo da quelle previste dall’articolo 1, comma 16 della legge 190/2012:
    • autorizzazioni o concessioni;
    • scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi;
    • concessioni ed erogazioni di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari;
    • concorsi e prove selettive per l’assunzione del personale;
  • Coinvolgere dirigenti e dipendenti che operano nelle aree esposte al rischio di corruzione nella valutazione delle situazioni critiche (analisi del rischio), nella definizione delle misure di prevenzione (piani di azione), nel monitoraggio dell’implementazione del Piano (verifica, controllo e miglioramento).
  • Monitorare il rispetto di tempi e termini di conclusione dei procedimenti.
  • Rilevare (considerando il livello di rischio) le misure di contrasto adottate e da adottare, riguardo a procedimenti particolarmente critici, controlli specifici, valutazioni dei risultati raggiunti, organizzazione e operatività degli uffici, gestione del personale, misure di trasparenza delle attività svolte).
  • Identificare le misure generali adottate e da adottare nelle diverse aree o settori per prevenire il rischio di corruzione. Ad esempio:
    1. Forme mirate di controllo interno.
    2. Rotazione del personale che opera in aree a rischio, contemperando coerenza negli indirizzi, continuità di azione, disponibilità delle competenze, con il contrasto di posizioni di privilegio determinate da lunghe permanenze che determinano il consolidarsi di relazioni.
    3. Modalità di segnalazione da parte dei dipendenti di condotte illecite di cui siano a conoscenza (comma 51, legge 190/2012), forme di tutela per chi segnala (e per chi viene coinvolto).
    4. Conoscenza delle disposizioni contenute nel Piano Triennale e nel Codice di comportamento dei dipendenti (comma 44, legge 190/2012).
    5. Misure disciplinari nei confronti dei dipendenti che violino le disposizioni contenute nel Piano Triennale e il Codice di comportamento.
    6. Vigilanza sull’attuazione delle disposizioni riguardo alla inconferibilità e alla incompatibilità di incarichi (di cui all’articolo 1, commi 49 e 50, legge 190/2012), anche una volta cessato il servizio o terminato l’incarico (articolo 53, nuovo comma 16-ter, d. lgs. 165/2001);
    7. misure di verifica del rispetto delle disposizioni di legge in materia di autorizzazione di incarichi esterni (articolo 1, comma 42, legge 190/2012.
  1. Adottare il Piano della TrasparenzaDiapositiva1 (come articolazione dello Piano Triennale Anticorruzione), pubblicando le informazioni da divulgare sul sito web dell’amministrazione, chiarendo le modalità per assicurare il diritto di accesso civico e definendo il sistema delle sanzioni per il mancato rispetto delle disposizioni normative in tema di trasparenza amministrativa.
  2. Individuare di forme di raccordo con il Piano Triennale delle Performance;
  3. Informare, formare e aggiornare la figura interna responsabile dell’anticorruzione, le figure dirigenti e il personale in servizio o in ingresso sulle disposizioni del Piano Triennale della Prevenzione, assicurando la conoscenza e la comprensione delle disposizioni e dei doveri per contrastare fenomeni di corruzione.

 

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