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Pensieri, esplorazioni, ipotesi. Un confine incerto tra personale e professionale.

Test di verifica dell’apprendimento: inutili supplizi o…

Di norma, nella formazione rivolta agli adulti, per verificare e documentare la partecipazione ad attività formative ci si serve di test conclusivi. Come evitare che un passaggio – sulla carta utile – si risolva in un fastidioso ostacolo da schivare?

Segnaliamo sei potenziali utilità che si aggiungono all’obiettivo primario che resta saggiare l’apprendimento prodotto. Si tratta di potenzialità che si realizzano a condizione di tenere presenti altrettante accortezze progettuali/operative per fare in modo che i test finali dispieghino la loro multipla efficacia.

I test possono favorire l’apprendimento

#ricapitolare

Se i test sono progettati in modo accorto consentono di ripercorrere gli argomenti e le questioni affrontate. Per ottenere un ‘effetto ripasso’ test devono essere costruiti per permettere di riepilogare passo passo quanto è stato affrontato nella sessione formativa. In questo modo i test – riattraversandole – aiutano a riagganciare le questioni affrontate, ponendole di nuovo all’attenzione grazie al momento della verifica conclusiva, che si compone di un momento di lavoro individuale e di un momento di correzione partecipata.

#consolidare

Dedicare un giusto tempo al test finale – in particolare se le domande non sono al limite dell’inconsistenza e se introducono invece una calibrata sfida di ragionamento – offre l’opportunità per consolidare gli argomenti trattati nella sessione formativa. Gli errori, se la correzione non è un processo meccanico, possono stimolare una ripresa veloce dei temi, possono dare un feedback immediato, aprono a comprensioni che sembravano sfuggire.

I test possono contribuire alla partecipazione

#coinvolgere

Riservare uno spazio-tempo al test di verifica, trasformando un’attività noiosa in un gioco sensato, in una sfida (con se stessi e con gli altri) leggera, in un passaggio di autovalutazione e di valutazione collettiva consente di chiudere ponderando quello che si è riusciti ad afferrare e quello che ci è sfuggito. In genere con gli adulti, alla proposta di effettuare test di verifica finale si manifestano battute difensive, spunti ironici, rassegnate e accelerate sottomissioni. Se la qualità delle domande è buona e vi è la possibilità di dedicare del tempo alla revisione/correzione/commento dei risultati, allora si ottiene una rinnovata attenzione e la disponibilità ad un ultimo sforzo di apprendimento.

I test consentono di documentare

#attestare

Naturalmente i test finali hanno un valore attestativo: consentono di rendere apprezzabile il lavoro di trasmissione, condivisione, produzione di conoscenze. Sono la prova di un lavoro effettivo che non solo mette a disposizione contenuti, ma ne verifica l’acquisizione e la rielaborazione. I test finali (insieme alle firme) certificano che l’attività formativa si è effettivamente svolta come dichiarato in sede di accreditamento del corso.

#rendicontare

Non solo proporre test finali consente di attestare il valore della partecipazione a percorsi formativi. Segnaliamo anche l’utilità per l’attività di rendicontazione derivante dal proporre test finali. segnaliamo l’utilità rendicontativa connessa al proporre test finali. Disporre dei test ben somministrati e corretti serve a rendere non contestabili le attività svolte, a poter dar conto che quanto effettivamente si è realizzato è conforme ai vincoli stabiliti in sede di finanziamento dell’attività formativa.

I test servono a verificare

#riconsiderare

Che i test servano a verificare l’apprendimento è tutto sommato ovvio. Forse meno ovvio il fatto che possano essere di aiuto non solo alle persone che attendono alle attività formative, ma anche a chi organizza, progetta e conduce le attività formative. Dalle risposte, delle incertezze, dalla discussione che scaturisce in fase di correzione collettiva, si possono ricavare spunti, indicazioni che offrono materiale per ripensare l’impostazione e i contenuti proposti.

E dunque?

I test possono essere il più indigesto commiato o una opportunità per completare un’attività di apprendimento in modo produttivo e (se ben congegnati) con rinfrancante soddisfazione. Due condizioni ne potenziano l’efficacia: riservare un giusto tempo per permettere di affrontare con calma il test (tempo dedicato) e riservare un giusto tempo per una correzione immediata che consenta di avere una restituzione riguardo ai risultati e le relative spiegazioni.

E dunque i rituali più vuoti possono addensare utilità e senso se vengono ripensati e riorganizzati.

2 comments on “Test di verifica dell’apprendimento: inutili supplizi o…

  1. anto.gadda@tin.it
    10 December 2018

    Mitici Graz… Grazie CiaoAnto

  2. a.benzoni@libero.it
    10 December 2018

    Complimenti Graziano, davvero un sintetico, utile e stimolante post.

    Sei sempre molto attento ed esprimi una capacità di riflessione sul tuo lavoro che genera sempre un’evoluzione.

    Grazie, grazie.

    Un caro saluto.

    Adriano

    > WordPress.com

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