Mainograz

Pensieri, esplorazioni, ipotesi. Un confine incerto tra personale e professionale.

Medium size CV

Mi chiamo Graziano Maino.

Ho quarantotto anni. Sono nato il 25 marzo del 1964.

[Lo dico, così chi ha il gusto di mettere i compleanni in agenda, lo può fare. Non mi dispiace ricevere gli auguri, ma un po’ mi spiazza. Segnala – come un gong nel silenzio – il sommarsi di impercettibili trasformazioni. Tutto qui (o quasi)].

Sono sposato, ho due figli di 12 e 7 anni. Vivo a Brugherio (Provincia di Monza e Brugherio;-).

Di mestiere faccio il consulente. Sono socio di Pares cooperativa di consulenza, ricerca, formazione e documentazione (www.pares.it).

Lavoro per favorire il dialogo nei gruppi, tra servizi, nelle organizzazioni e nelle reti organizzative, cercando di promuovere competenze collaborative. L’obiettivo spesso è sviluppare strumenti per la qualità, la valutazione e la rendicontazione sociale.

Dal 2007 collaboro a contratto con la Facoltà di Psicologia dell’Università Bicocca di Milano con l’incarico di tenere corso di “Psicosociologia dei gruppi e delle organizzazioni” nel corso di laurea magistrale “Psicologia dei processi sociali, decisionali e dei comportamenti economici”.

Dal 2006 con altri/e colleghi/e promuoviamo un raccordo professionale che fa riferimento all’approccio psicosociologico.

Tra il 2000 e il 2002 ho frequentato il ciclo biennale per consulenti delle organizzazioni tenuto da APS – Studio di Analisi Psicosociologica di Milano.

Dal 1999 al 2001 ho coordinato l’Area qualità sociale di Impresa a Rete, raccordo nazionale di cooperative e organizzazioni sociali.

Tra il 1995 e il 1999 ho fatto parte della redazione della rivista di cultura e pratiche sociali Fuori Orario che ho poi diretto fino al 2004.

Tra 1993 e il 1999 ho lavorato con l’Associazione Lavoro e Integrazione come operatore della mediazione socio-lavorativa, coordinando progetti sperimentali di transizione al lavoro rivolti a persone in condizione disagio.

Nel 1992 mi sono laureato in filosofia all’Università Statale di Milano con una tesi sulle ricerche psicologiche nel campo della persuasione.

Dal 1989 al 1995 ho lavorato come animatore socio-ambientale nelle scuole, educatore in servizi domiciliari per adolescenti e in servizi residenziali per persone con disabilità.

2 comments on “Medium size CV

  1. gigi bettoli
    15 October 2011

    Il socialismo ed il codice stradale.

    Due premesse teoriche, innanzitutto.
    Durante l’adolescenza, sono stato (non molto, a dire la verità) angosciato, accanto ai problemi tipici dell’età, dalla teorizzazione dei compagni de «il manifesto» a proposito del “bisogno di comunismo”. Solo anni dopo, scherzando con altri compagni di università – subito dopo le lezioni rovattiane di storia della psicologia contemporanea, ad ore tarde e sotto lo stimolo del languore preprandiale – ho iniziato a realizzare la differenza tra i diversi concetti di “bisogno” e “desiderio”.
    Su un altro piano, il duro rigore a proposito di applicazione del codice stradale nei paesi dell’Est “socialista”, mi ha sempre dato da pensare come ad una contraddizione sistemica: mera valvola di sfogo od elemento di emersione di strati profondi della psiche?
    A tutto questo mi capita di pensare, bestemmiando smodatamente, quando mi tocca abbandonare gli amati mezzi pubblici per assumere la guida della macchina.
    L’uso della freccia direzionale? E’ ormai diventata la cifra, un po’ blasée, di atteggiamenti snobistici. La battuta polisemica, a proposito del fatto che si tratti di strumenti tipici delle popolazioni a rischio di estinzione, a forza di ripeterla, è diventata obsoleta.
    I sorpassi? Fatti all’improvviso, costringendo la vittima – perché ormai è così, non si tratta più di impropria competizione agonistica, ma di caccia all’uomo – a veloce sterzata a destra accompagnata da frenata improvvisa, per evitare l’impatto dell’idiota sorpassante.
    Le distanze di sicurezza? E’ assolutamente certo che, nei dizionari italici, manco se ne trova traccia. E sì che la nebbia sarebbe antonomasiamente padanica.
    La precedenza da parte di chi è nella pubblica via, rispetto alle molteplici forme di vie private (passi carrai, parcheggi, stradine private…) ? Cazzi tuoi, se ti trovi la strada sbarrata improvvisamente, e devi invadere la corsia opposta, sperando in una rara e casuale assenza di mezzi provenienti da direzione uguale e contraria.
    Autostrada. La ripresa della congiuntura economica (non occupazionale, ma che lo diciamo a fare?) è segnata dal fluire ininterrotto di camions da/per la Nuova Europa Liberata dal Comunismo e Finalmente Globalizzata. La circolazione stradale è un videogame in cui la corsia di sorpasso è una scommessa per la vita. Ovviamente la Opinione Pubblica dei Paesi di Antica Democrazia ripete il leit-motiv sulla scelleratezza dei camionisti, antesignani del moderno lavoratore “liberato” e trasformato in padroncino, libero di sfruttarsi da se stesso medesimo assumendosi ogni rischio, ad ogni costo.
    I veicoli? Vere e proprie proiezioni peniche, sono sempre più grandi, inversamente proporzionali ai telefonini e direttamente correlati alla filosofia del Politico-di-riferimento-nazionale. Grandi, ingombranti, inutili. Se andassero veramente fuoristrada, non basterebbero tutti i pompieri del regno.
    Ora non credo si possa più parlare di “bisogno di comunismo”. E d’altronde i “manifestini” di allora, Tremonti e Frattini, sono andati a fare compagnia agli altri ex – socialisti, comunisti, radicali e gruppettari – finiti alla corte del Modello-di-vita.
    Abbiamo speranze? Difficile dirlo, ma mai disperare. Forse il socialismo (rivoluzionario, of course, così come il comunismo non può essere disgiunto dal chiarificatore “libertario”) dovrebbe iniziare mettendo mano al freno. Per poi scendere dall’auto (è ovvio che andrà parcheggiata dove non dia fastidio), e decidere di proseguire con altri mezzi. Piedi, bicicletta, tram, bus o treno. Filobus, perfino, o funicolare. I mezzi non sono secondari, rispetto ai fini.

    Gian Luigi Bettoli

  2. Pingback: 2010 in review « Mainograz

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