OPERA è una tecnica di partecipazione guidata. È stata messa a punto da Innotiimi-icg, società di consulenza europea che accompagna processi di innovazione organizzativa in imprese private, sociali e in istituzioni pubbliche. OPERA per certi versi assomiglia a un focus-group. Si tratta in effetti di una tecnica per favorire il lavoro di gruppo in cinque fasi ed ha l’obiettivo di facilitare la riflessione individuale, il confronto su un tema o su una questione concordata con le persone che prendono parte al momento di lavoro, per giungere alla scrittura di un testo collettivo.
Le lettere che compongono la parola OPERA indicano le fasi del percorso. Una volta concordata la domanda alla quale dare risposta prende avvio il percorso partendo dalla riflessione individuale (Opinioni personali), passa al confronto a due o a tre (Pensieri in coppia o in trio), giunge a un momento di condivisione in plenaria dei pensieri prodotti (Esposizione), per provare successivamente a dare priorità ai contributi (Ranking) attraverso un voto vincolato, per poi giungere alla costruzione di un quadro d’insieme (Arranging).
OPERA è una tecnica duttile che permette di passare dal lavoro individuale, al confronto in coppie o micro gruppi, fino a lavoro in plenaria. Con questo strumento:
OPERA è illustrata in un opuscolo dedicato alle tecniche di partecipazione contenuto nel Kit per Progettare in Partnership edito da CSVTrentino nel maggio 2016.
OPERA è una tecnica che si presta a molteplici usi. Può servire per avviare un lavoro di gruppo proponendo di identificare e articolare il tema e le questioni su cui lavorare. Può essere impiegata per scandagliare un problema chiamando a raccolta le idee e gli apporti delle persone coinvolte. Può essere utilizzata per decidere quali passi concreti intraprendere in direzione di un obiettivo già delineato: in questo caso alle persone che partecipano al workgroup viene chiesto di ragionare, di prefigurare, di delineare un percorso, le sue tappe, i suoi snodi. Può essere usata per progettare, per ricapitolare un’esperienza, per valutarla (o per costruire il sistema di valutazione).
OPERA può essere utilizzata per identificare, articolare, confrontare, elaborare idee e proposte in vista della partecipazione ad un bando progettuale. I contenuti del bando determinano un perimetro di lavoro e forniscono indicazioni per un lavoro di approfondimento, discussione, ricerca, costruzione di ipotesi da vagliare, trasformare e mettere a punto. Con OPERA, se si vuole creare un momento di indagine a più voci, se si vogliono fare emergere pensieri, considerazioni, spunti di lavoro, è possibile attivare sessioni di co-progettazione anche parallele e produrre un abbozzo progettuale condiviso.
Un effetto collaterale di una o più sessioni di progettazione in partnership è l’avvio di conoscenze reciproche tra partner che non avevano collaborato in precedenza. Lavorare insieme, a partire dalle proprie competenze e dalle proprie esperienze e sviluppare a prima embrionale proposta progettuale è uno di quei passaggi essenziali per procedere con le successive tappe della progettazione in partnership.
Un altro modo per servirsi di OPERA è quello di provare a costruire sintesi a valle di un percorso di lavoro comune. Si tratta in questo caso di ripercorrere l’esperienza di formazione, laboratoriale o seminariale per provare ad estrarre idee, riconsiderare dubbi, fissare apprendimenti. Nell’esperienza che tengo a riferimento in questo breve post, sono stati organizzati cinque incontri di formazione per inquadrare la tematica dei beni comuni, sviluppare confronti con esperienze di costruzione di accordi e patti di collaborazione per la cura, la gestione e lo sviluppo di beni comuni: animazione e utilizzo di spazi urbani, tecnologie al servizio della cittadinanza, rigenerazione e rifunzionalizzazione di luoghi di pregio in disuso, cura e conduzione di un parco cittadino. Ora nel quinto laboratorio l’idea è stata quella di provare a raccogliere suggerimenti e spunti per produrre un documento partecipato conclusivo.
Le domande (per altrettanti gruppi) potrebbero essere tre:
Naturalmente, prima di avviare OPERA, le domande sono state perfezionate attraverso il confronto fra le persone che hanno preso parte al laboratorio, così da definire formulazioni dotate di senso e intelligibili per le persone impegnate nel lavoro di scrittura collettiva.
Ciascuno dei tre gruppi è stato guidato da una conduttrice, la tecnica infatti richiede che la formulazione condivisa delle domande, la regolazione delle fasi di lavoro e i passaggi da una fase all’altra e la aggregazione finale delle idee vengano indirizzate e facilitate da una figura specifica.
Al termine del lavoro sulle domande, i tre gruppi si sono ritrovati in plenaria per una presentazione reciproca delle elaborazioni prodotte e per una discussione conclusiva. Il tempo per il lavoro nei gruppi è stato di circa un’ora e mezza. Mentre la restituzione ha richiesto poco meno di un’ora.
OPERA è uno strumento semplice e versatile, davvero utile per coinvolgere, sviluppare un lavoro collettivo, produrre risultati utili e riutilizzabili.
Come ogni tecnica è richiesto un contorno di accortezze che nell’esecuzione non sono visibili, ma che per essere considerate (e praticate) è necessario esplicitare. Intanto è essenziale ricordare che la conduzione riconosciuta è fondamentale per la riuscita di OPERA. Se la proposta e la co-definizione della domanda e poi lo svolgimento del percorso non vengono accompagnati il rischio è di deragliare ben oltre il brainstorming in una zona di inconcludenza che lascia l’amaro in bocca e la sensazione di tempo sprecato. Da questo punto di vista la regia prima, durante e dopo è un requisito da presidiare con attenzione. In particolare, come suggeriscono i due esempi di applicazione presentati, gli esiti del lavoro di gruppo non sono il punto conclusivo, ma un passaggio intermedio da definire in relazione ai passaggi successivi che sono in progetto. I risultati prodotti si prestano a molteplici impieghi: possono confluire in un documento conclusivo, in una promemoria del lavoro svolto, possono diventare un documento di lavoro a partire dal quale procedere individualmente, in gruppo o di nuovo in plenaria per arricchire, precisare, trasformare la raccolta di idee formulate.
Un ulteriore aspetto che vale la pena sottolineare riguarda proprio la versatilità di OPERA. La tecnica si presta ad essere proposta in diverse varianti: si possono saltare alcuni passaggi o reiterarli, si può procedere attingendo i suggerimenti e tenendo la conduzione leggera, vi è la possibilità di personalizzare il sistema di espressione di preferenze. E come abbiamo visto OPERA si presta a sessioni parallele e la conclusione è una seconda sessione di Arranging che – attingendo dai lavori prodotti dai diversi gruppi – dopo una illustrazione può consentire una discussione e un successivo lavoro di ricomposizione in vista di una visione d’insieme.
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Molto interessante ! Mi ha illustrato quello che si va a fare qualche idea di cosa si andrà a fare !! Grazie
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Mi è stato utile leggere questo post. Ho scoperto che utilizzavo già questa metodologia senza sapere.che.si chiamasse opera. La sua esposizione così sistematica mi ha aiutato a mettere a fuoco gli errori da non fare. :-)