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Pensieri, esplorazioni, ipotesi. Un confine incerto tra personale e professionale.

Cos’è il bilancio sociale?

Il bilancio sociale è uno strumento di rendiconto delle attività e dei risultati sociali di un’organizzazione. Un documento, non necessariamente cartaceo, che presenta diverse informazioni sull’organizzazione, sulle scelte che essa compie, sulle attività che intraprende, e – a volte – sulle sue prospettive future. Le informazioni si riferiscono a un periodo di tempo definito, in genere l’ultimo esercizio economico concluso. Anche l’accezione dell’aggettivo sociale deve essere chiarita.

Possiamo fermarci qui o fare un ulteriore passo elencando gli elementi che identificano il bilancio sociale. Il bilancio sociale è:

  • Prodotto. Il bilancio sociale è un artefatto, in genere un testo, che prende forma di documento cartaceo, e sempre più spesso diventa comunicazione su web. Siamo in presenza di una coevoluzione del prodotto. Insieme al passaggio alla forma virtuale si assiste ad una seconda mutazione che riguarda la differenziazione dei documenti di rendiconto. Non una sola composizione, ma più documenti, più ‘emissioni’, più o meno integrate, accumunate però dal comune obiettivo di fornire informazioni a interlocutori diversi, su temi specifici.
  • Processo. Il bilancio sociale è un processo, cioè un’attività che richiede fasi e passaggi per essere sviluppato: dall’idea iniziale, al progetto, alla costituzione di un gruppo di lavoro, alla raccolta sistematica o estemporanea di dati e informazioni, alla loro elaborazione e confezione in un discorso, in un testo comprensibile, alla pubblicazione e alla divulgazione. Attività che si sovrappongono, si susseguono, si implicano. Attività che chiedono un lavoro elaborativo, riflessivo e produttivo. Attività che innescano processi di coinvolgimento e distanziamento, una costruzione che può coinvolgere diversi soggetti anche esterni all’organizzazione.
  • Strumento, cioè un mezzo per produrre effetti intenzionali. Non necessariamente condivisi fra tutti coloro che si pongono all’opera. Dare conto, attivare attenzione, mostrarsi, consentire il confronto, confermare la fiducia, legittimare l’azione e al presenza, estendere il consenso… Diversi gli effetti immaginati e ricercarti. In parte conferiti al prodotto, in parte determinati dall’uso. Strumento cioè mezzo: contenitore di dati e informazioni, dispositivo comunicativo e relazionale, occasione per promuovere valutazioni…
  • Tecnica. Le linee guida frutto di accordi fra i soggetti interessati che si riconoscono in un certa cerchia di organizzazioni o piuttosto disposizioni istituzionali deliberate oggi in prevalenza dalle Regioni o da organizzazioni di rappresentanza. In ogni caso il tentativo di incanalare i processi e i prodotti avviene anche mediante l’introduzione di vincoli e prescrizioni puntuali.
  • Pratica sociale. Un insieme di esperienze che si assomigliano e si differenziano. Calza la definizione di moda. Da un lato assistiamo ad una convergenza di indicazioni, di modi di produzione, di sincronie nei tempi di rilascio, di contenuti e di confezioni. E contemporaneamente il bilancio sociale è tentativo, esplorazione, tentativo, soluzione inedita, ibridazione, mescolamento con altri strumenti, divergenza e sfida ai modelli. Rispetto di schemi e format, superamento ed evoluzione, lenta o repentina traslazione verso forme non (ancora) codificate. Alla ricerca di nuovi indicatori, mantenendo l’intreccio delle dimensioni economiche e sociali.

Non è secondario, quando introduciamo un discorso sul bilancio sociale stabilire a che cosa ci stiamo riferendo, viceversa la conversazione, saltando da un elemento all’altro potrebbe risultare confusa e apparentemente dispersiva (ma non improduttiva a significare che le pratiche di rendiconto non sono date una volta per sempre, ma piuttosto dialogano con le esigenze che contribuiscono a determinarle).

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This entry was posted on 5 June 2010 by in Bilancio sociale, Quanto basta.

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