Prendere 2 piccioni con 1 fava
Per come sono fatta io, mi piace perseguire un obiettivo molto “taylorista” di efficienza in ciò che faccio,
ricercando la “one best way” per massimizzare i vantaggi per tutti.
Per esempio, questo pomeriggio ho deciso che preparerò dei biscotti natalizi da regalare agli amici, cercando con un piccolo gesto di massimizzare i benefici per la maggior parte degli stakeholder che (anche se non ne siamo consapevoli) entreranno o potrebbero entrare in gioco nella preparazione:
Sul tavolo ho già tutto ciò che mi serve:
– 300 g. di farina biologica;
– 30 g. di cacao amaro equosolidale;
– 80 g. di margarina vegetale non idrogenata;
– 1/3 di bicchiere di latte di riso bio;
– 190 g. di zucchero integrale di canna equosolidale.
E ora ci divertiamo…
Impastando mi libero dalle tensioni accumulate durante la giornata, stendo la pasta e sfodero formine ad alberello, stella cometa e renna.
10 minuti in forno a 200° circa e alla fine una spolverata di cocco grattuggiato per un “effetto neve” veramente natalizio.
La casa è pervasa da un buon profumino di biscotti appena sfornati; sembra quasi che l’aroma abbia prodotto effetti positivi anche sul resto della famiglia, forse in loro è affiorato qualche ricordo lontano… insomma, sembrerebbe che la banale decisione di preparare qualche biscotto abbia provocato una serie di effetti positivi a valanga!
Viviamo in una realtà complessa, i cambiamenti spesso avvengono così lentamente che ci sembra che le nostre decisioni non abbiano alcun effetto su più vasta scala, ci sentiamo impotenti.
Ma se siamo motivati, se non ci lasciamo guidare dalle abitudini e facciamo uno sforzo cognitivo in più (intanto varrà solo per i primi tempi: a un certo punto ci verrà spontaneo) allora forse qualcosa si può cambiare in meglio.
A Natale si dice che si è tutti un po’ migliori… perchè non partire da qui?
Martina Bignami
24 anni, studentessa di Psicologia dei Processi Sociali, Decisionali e dei Comportamenti Economici.
Amo gli animali, l’ambiente, Dolomiti Superski e le tisane.
A volte mi sento un po’ Amelie.
Aggiungerei al tuo interessante racconto di vita che di certo porterai anche esternalità positive (si vede che sono laureata in economia!) sugli stakeholder che hai citato. Il fatto di utilizzare ingredienti biologici e/o equosolidali, contribuirà alla sensibilizzazione dei tanti che ancora sono all’oscuro circa l’economia solidale. Vorrei inoltre segnalarti che vi sono diversi libri di cucina per preparare fantastiche ricette e che, se passerai da Bologna, sarò lieta di consigliare diversi mercatini biologici in cui le ricette ti saranno raccontate direttamente dai produttori.
Vai con lo stakeholder engagement!