Il dibattito teorico attuale rintraccia la natura distintiva delle imprese sociali alla confluenza di tre variabili: la finalità sociale che si esplica nella realizzazione di servizi o interventi di interesse collettivo; il vincolo di non lucratività, declinato – forse in modo riduttivo – in forma di divieto di distribuzione degli utili; lo statuto di organizzazioni multistakeholder. Si tratta di tre dimensioni considerate denominatore comune di imprese sociali diverse, fatte oggetto di interpretazioni anche divergenti, e in ogni caso presenti in configurazioni variabili nelle differenti situazioni organizzative.
Prestando attenzione al mondo delle cooperative sociali (attualmente il più vasto sottoinsieme di imprese sociali) può essere interessante considerare il terzo aspetto: i molteplici modi di essere multistakeholder delle cooperative sociali, con l’intento di cogliere quali riverberi una tale varietà di costruzione di capitale sociale produce in termini di qualità organizzativa, nel modo di lavorare, in relazione ai servizi offerti, e all’impatto sul contesto. In prima battuta si tratta di esaminare lo stesso costrutto interpretativo – il concetto di multistakeholder social organization –, per poi vagliare le concrete questioni che investono le interazioni fra le cooperative sociali e i loro interlocutori, considerare le possibili forme di coinvolgimento per evidenziare alcuni versanti critici, avendo a particolare riferimento il tema della qualità.
A proposito di multistakehoder approach possiamo osservare alcuni segnali di mutamento.
L’impressione è che il vincolo di democraticità interna sia sottoposto a un silente processo di svalutazione. Sembra vada formandosi – dentro e fuori le cooperative sociali – un immaginario che attribuisce minore rilevanza alla forma e al funzionamento democratico interno, a vantaggio della rappresentanza di istanze espresse da gruppi di stakeholder interessati d/alle attività dell’organizzazione.
Se consideriamo invece le possibilità di sviluppare sostenibili modalità per conferire parola agli stakeholder ci possiamo chiedere se l’attenzione alle condizioni concrete in cui le organizzazioni operano non costituisca un riferimento essenziale per sviluppare azioni (e interpretazioni) meno idealizzanti. Le cooperative coinvolgono gli interlocutori con modalità e intensità diverse in ragione della loro storia, della cultura organizzativa, delle fasi di sviluppo organizzativo che attraversano, della capacità di raccordare impegni, contenere carichi di lavoro e liberare energie da investire in dialogo interno ed esterno. Se si ragiona poi su come estendere la capacità di interlocuzione possiamo delineare diverse opportunità. Diverse opzioni sono praticabili per organizzazioni che vogliano di intrecciare relazioni non effimere. E un’area nella quale considerare le possibilità di dialogo e di coinvolgimento può essere proprio il campo della qualità e delle sue applicazioni concrete. Diverse dunque le questioni che il tema della pluralità delle forme di interlocuzione con i portatori di interesse apre.
Un’ulteriore considerazione introduttiva può essere fatta, collegando il costrutto di stakeholder con la qualità dell’organizzazione e dei servizi. La qualità immaginata e offerta stessa risente della prospettiva relazionale che i soggetti che la pongono a tema assumono. Certamente non si pensa più la qualità come dipendente dai soli aspetti materiali e neppure come effetto attribuibile in modo preponderante alla gestione delle dimensioni strutturali e operative. Si sostiene piuttosto che la qualità dipende dalle relazioni, chiamando così direttamente (più o meno esplicitamente) in causa gli interlocutori di quel servizio o di quella impresa. La qualità più che una proprietà oggettiva dipenderebbe dunque dal giudizio prevalente di apprezzamento, dalla valutazione (più o meno temporanea) di rispondenza, dal riconoscimento di valore che un dato intervento, servizio, sistema raggiunge nelle attese dei soggetti a titolo diverso coinvolti. In questa prospettiva la qualità perde la sua natura oggettiva per acquisire uno natura dinamica e interattiva.
Alla luce di queste considerazioni cosa significa dire che le organizzazioni, le imprese, le cooperative sociali sono tali se sono o sono riconducibili a una qualche forma di sistema multi-interlocutore? Cosa significa affermare che la qualità è un costrutto multistakeholder? Quali idee di stakeholder e quali idee di qualità? Quali interazioni fra questi due costrutti? E quali idee di cooperazione sociale allora?
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