Papà, tu vivi nel medioevo.
Quando scrivi gli sms non usi le abbreviazioni!
E se fosse vero?
E se dipendesse anche da me cercare di collegarmi al linguaggio che parla mio figlio?
Certo quando scrivo gli sms (consapevolmente) apro usando il nome o i nomi delle persone alle quali mi rivolgo, e chiudo salutando e firmando.
Nel fare ciò ci sono alcuni svantaggi e alcuni vantaggi.Gli svantaggi: scrivere gli sms così richiede un po’ di tempo, hanno un tono un po’ formale e sono lunghi (a volte me ne partono due).
I vantaggi: mentre scrivo mi costringo a rallentare e a pensare, le persone sanno che mi rivolgo proprio a loro, e poi, un saluto e una firma qualcosa nelle relazioni vorranno pur dire.
Ma se provassi a cercare una mediazione, almeno con mio figlio?
Se provassi ad usare le abbreviazioni, magari non cambiando il mio modo di aprire e di chiudere gli sms?
Non si pone un problema di regole comuni fin quando non entrano in contatto prospettive differenti. L’esigenza di un galateo (lo aveva già sottolineato Norbert Elias) si manifesta quando entra in crisi un sistema e un altro si annuncia. E lì, dove paradigmi in qualche modo convivono, si avverte l’esigenza di strumenti che ne esplicitino le dinamiche e rendano possibile passare da un mondo all’altro.
Quindi conviene che mi risolva a usare un particolare linguaggio quando scrivo gli sms a mio figlio (così vado più veloce e parlo la sua lingua) e a sfidare il dizionario con parole inusuali quando scrivo al resto dei destinatari (salvo che i miei interlocutori non vogliano accettare le abbreviazioni…).
Per quanto riguarda la comunicazione con Giacomo, beninteso, si tratta di un esperimento (come tutti quelli che vivono nel medioevo resisto ai cambiamenti), per quanto riguarda i miei interlocutori professionali non so come fare per accordarmi…
Riporto di seguito le più comuni abbreviazioni che ho preso da Intercultura blog della Zanichelli (è interessante, ci sono anche gli esercizi per impratichirsi;-)
ki: chi
ke: che
xro: però
cs: cosa
risp:rispondi
rit: ritardo
qnt: quanto
grz: grazie
prg: prego
x: per
e: è
ai: hai
o: ho
a: ha
xke: perché
c: ci
nn: non
tvb: ti voglio bene
tvtrb: ti voglio troppo bene
6: sei
trp: troppo
lib: libero
occ: occupato
cn: con
t : ti
v: vi
d: di
c: ci
tt: tutto / tutti
m: mi
S: si
1: un /una
dv: dove
cm: come
dp: dopo
qnd: quando
ok: va bene
ved: vedere (in tutte le sue forme)
and: andare
asp: aspettare (in tutte le forme)
cred: credere (in tutte le sue forme)
dom: domanda/ domandare
uno squillo: si usa per dire “ti sto pensando” o per rispondere affermativamente a una domanda, per esempio: A scrive “c ved alle 8”, cioè “ci vediamo alle otto?” B risponde con uno squillo, cioè “sì, va bene”
:-) : si è contenti e si approva, può intendere un sì
:-( : si è scontenti e si disapprova, può significare un no
@)-;–|: una rosa, un fiore (indica romanticismo, dolcezza)
Tre considerazioni
.
twitter = lapide?
Cmq = comunque
xò = però
xé = perché
TVTB = ti voglio troppo bene
twitter obbliga a starci in 140 caratteri.
Twitter = RINASCIMENTO