Il figlio piccolo di una coppia di amici inizierà a settembre la prima elementare e non sa ancora leggere. Ne ha un’esperienza in modo particolare (parziale?), per il fatto che ‘guarda’ i libri o li legge con l’aiuto dei suoi genitori, ma non per essere in grado di farlo da solo. Nei giorni scorsi, mentre il padre leggeva, il quasi seienne lo tormentava per giocare. “Aspetta un attimo, lasciami finire di leggere, poi giochiamo”. “Papà, sei ancora dentro il libro, dai esci…”
Leggere è essere dentro un libro.
Questa diversa e concreta prospettiva di descrivere un’attività così usuale da non essere degna di attenzione, mi ha fatto pensare a cosa sia leggere. Noi diciamo che siamo concentrati, che siamo nel mezzo di una storia che scorre, diciamo che il libro ci cattura e che non riusciamo a smettere… Ma essere dentro un libro è qualcosa di reale e metaforico a un tempo. Se leggiamo, siamo nel libro con la testa e le spalle, e a volte il libro ci sovrasta se leggiamo sul dorso. Ne facciamo parte. Che leggere sia scoprire qual è la nostra parte, la parte (le parti) che prendiamo?
In ogni caso le differenze nelle rappresentazioni di quel che (ci) accade – e la possibilità di considerarle – sono essenziali per sviluppare spiazzamenti (apprendimenti?).
Mainograz è il blog professionale di Graziano Maino, consulente di organizzazioni e network, professionista indipendente (legge 4/2013).
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Qual era il titolo del libro sul mercato del pesce?
Fish!
Mi viene da dire che il giocare con un bambino
è qualcosa di gratuito che forse può catturare
più di un libro. E la vita (Dio) ci offre momenti
di grande bellezza se ci lasciamo catturare da
essa e non solo dai libri…
Buona accoglienza della vita che ci circonda…
…e come spesso tanti conflitti organizzativi o tra organizzazioni (senza scendere nel brulicare delle singole persone…)siano spiazzamenti reciproci tra rappresentazioni di quel che (ci) accade, ricostruzioni storiche non coincidenti, accenti posti su eventi piuttosto che su altri.
Facendo tesoro (in senso letterale!)dell’indicazione del seienne (SEI DENTRO!),il mio cruccio è sempre nel capire (ed a volte non riuscire a farlo) quanto a volte le organizzazioni (o le persone nelle organizzazioni??) siano dentro le loro rappresentazioni, quanto di esse è non negoziabile nel confronto con un’altra rappresentazione, quanto è estesa questa ‘irrinunciabilità’, quanto suona ogni volta come una messa in gioco di sè e della propria identità. Sempre al massimo livello, come se nel confronto potesse sopravvivere soltanto uno dei due. Come se all’idea del conflitto perenne (apparentemente negativa) si fosse sostituita l’idea della vittoria necessaria. E della pace come risultato della sparizione dell’avversario, piuttosto che come luogo ulteriore in cui convivere.
Uno slittamento lento.
buonagiornata a voi!
v
concordo con la riflessione, tanto che penso come molte volte anche noi leggiamo la nostra vita invece che esserci dentro…
Che bello vivere dentro in un libro e vivere nella magia di tanto in tanto….