Rilevare avvicendamenti e mobilità negli enti pubblici
Gli avvicendamenti investono le organizzazioni in modo capillare. Non solo grandi e piccole-medie imprese, cooperative, consorzi sociali e organizzazioni religiose. Anche nell’ente pubblico sono presenti spostamenti, sostituzioni, cambi di mansione e di ruolo sia ai livelli intermedi sia ai livelli dirigenziali.
Volendo conoscere il grado di mobilità interna del personale è auspicabile integrare un approccio oggettivo, volto a rilevare il numero di persone che nell’arco di un anno cambiano ruolo, mansione, posizione organizzativa, con uno sguardo che tenga conto delle percezioni degli attori organizzativi, di quegli aspetti psicosociali che, come suggerisce la letteratura sul tema, influenzano gli esiti del cambiamento e il clima dell’organizzazione.
Di seguito alcune domande (che potrebbero già essere un breve questionario o costituire una sottosezione di una più ampia indagine sul cambiamento organizzativo) per cogliere gli aspetti di complessità che caratterizzano i processi di avvicendamento.
Da 1 a 10 quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni?
In riferimento a situazioni di avvicendamento/mobilità interna (cambio di ruolo, di mansione, di posizione organizzativa), la tua organizzazione:
- mette in atto processi di ascolto per rilevare le disponibilità delle persone potenzialmente coinvolte;
- adotta forme di comunicazione circolare dell’avvicendamento;
- è attenta alle modalità che utilizza per comunicare il cambiamento;
- prevede un tempo per i passaggi di consegne;
- garantisce uno spazio e un tempo per l’assimilazione dei cambiamenti in corso;
- considera i vissuti delle persone coinvolte;
- gestisce eventuali malcontenti;
- incoraggia la presenza di figure interne di supporto;
- in situazioni critiche avvia processi di accompagnamento al fine di cogliere fatiche, dubbi, difficoltà;
- nell’individuazione di nuove figure lavorative pone attenzione alle competenze effettivamente previste dal ruolo;
- avvia piani formativi rivolti all’intero gruppo di lavoro;
- promuove l’apprendimento di conoscenze;
- sostiene il processo di condivisione delle conoscenze organizzative;

Like this:
Like Loading...
Related
About Anna Omodei
Socia di Pares, società cooperativa di formazione, ricerca, consulenza e documentazione. Supporta le persone e le organizzazioni sui temi della conciliazione famiglia-lavoro (tempi di vita), sul benessere organizzativo e sulla qualità del lavoro. Lavora per facilitare gli avvicendamenti e le transizioni che investono le organizzazioni a livelli apicali e intermedi. Dal 2012 collabora con il Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca nel supporto alla didattica del corso di psicologia sociale e nella realizzazione di ricerche sul campo sui temi della salute e dei servizi socio-sanitari.
concordo anch’io sulla modalità di utilizzare domande in prima persona, sarebbe anche interessante un questionario su un argomento simile: la comunicazione da parte dell’ente dei cambiamenti organizzativi interni e delle prassi ad esse legate. Argomento che di questi tempi, di nuovo welfare regionale, mi sembra molto caldo.
ciao Miriam
Ciao Miriam,
mi ero ripromesso di farlo e ci provo.
Vediamo cosa esce.
E poi magari insieme possiamo ulteriormente miglioare.
Anna aveva già inseristo gli spunti di Maria Teresa.
Provo a girarlo in prima persona…
A presto:-)
Graziano
Sì, Anna, buona idea.
Così raccogliamo un po’ di valutazioni sull’attenzione agli avvicendamenti che le organizzazioni esprimono.
Condivido anche il tuo spunto sul personalizzare i questionari. Le organizzazioni sono diverse e interpretano in modo peculiare i processi di transizione.
Per certi versi ci starebbe anche un questionario generale, per rendere confrontabili organizzazioni di differenti settori.
Un saluto,
Graziano:-)
Cara Anna, due riflessioni: una riguarda il fatto che non é chiaro ciò che ci chiedi (da buon coach te lo chiederei subito ;-)), anche se immagino possa essere: “che ne pensate delle domande che pongo?”… se é così, vengo alla seconda. Penso sia maggiormente efficace utilizzare un linguaggio più immediato e ‘quotidiano’. Ad esempio: “ascolta la disponibilità di chi potrebbe essere coinvolto nel cambiamento” o addirittura “mi chiede se sono disponibile al cambiamento e in che misura”, “E’ attenta a come ci comunica il cambiamento”, “considera le emozioni che può provare chi é coinvolto” ecc., solo per esemplificare. A presto!
Maria Teresa
Cara Maria Teresa,
intanto grazie per il tuo contributo.
Il post non è esaustivo: da un lato propone possibili domande sul tema avvicendamenti, pensate sulla base di un percorso di studio e ricerca, dall’altro cerca occasioni di confronto…per migliorare:-)
Ho rivisto gli item cercando di renderli più fruibili. Chiaramente è sempre possibile far meglio e sopratutto modificarli per adattarli agli specifici contesti organizzativi.
Un saluto
Anna
Ciao Maria Teresa,
è interessante l’idea di parlare in prima persona.
Se ho un attimo provo a girare le domande, sulla base delle tue indicazioni, e vediamo cosa ne esce.
Un aspetto che varrebbe la pena tenere sott’occhio è la completezza delle domande.
Un saluto
Graziano:-)
8, 7, 5, 6, 5, 6, 6, 7, 8, 7, 7.
Si può fare meglio;-)
Ciao Graziano,
grazie di aver risposto al questionario:-)
La prossima volta inseriamo il link per rispondere…veramente!
Un saluto
Anna