Non è infrequente che ci si trovi a fare il punto sull’andamento di un progetto, a verificare lo sviluppo di una attività, a riconsiderare lo sviluppo di una collaborazione che vede impegnati diversi attori, a valutare i traguardi intermedi per ri/progettare le fasi successive. In questo breve post suggeriamo una tecnica decisamente basic per facilitare la restituzione di risultati e per aiutare considerazioni collettive, in piccoli o grandi gruppi.
La tecnica prevede che – alla persona, alla coppia o al trio, al piccolo gruppo al quale viene assegnato il compito di dare una restituzione – sia contestualmente affidata un’immagine/metafora, che funga da dispositivo/mappa per organizzare i contenuti da presentare.
Metafore, ad esempio:
Naturalmente non c’è limite all’invenzione delle metafore.
Come si nota le metafore sono costituite da un vettore con cinque contenitori e da tre/quattro ostacoli. La metafora funziona da ancoraggio per sintetizzare risultati e difficoltà da riportare agli altri partecipanti al momento di restituzione/valutazione.
Al gruppo può essere detto che può deve attenersi alla struttura della metafora (modalità diretta) o che può introdurre varianti e particolari (se si ha poco tempo e sei le restituzioni sono molte, meglio indicare un numero limite: “potete aggiungere un elemento di segno positivo e due aspetti di segno critico negativo). La tecnica si presta anche ad essere utilizzata nelle situazioni in cui più persone/gruppi devono curare la restituzione.
Che bisogno c’è di introdurre un elemento giocoso?
Non mai semplice catturare l’attenzione e non affaticare l’ascolto. A volte una presentazione per punti contrapposti (elementi positivi, elementi negativi), se pure interessante, non è facile da seguire e da memorizzare. Predisporre breve feedback comporta un lavoro impegnativo di selezione e di identificazione degli aspetti rilevanti: ciò che favorisce il confronto produttivo tra chi prepara la restituzione prima, e con chi la ascolta poi, è strumento utile. Quando ci si trova a presentare i punti essenziali si può perdere il filo, a smarrire la connessione con il contesto, si può avvertire che le proprie parole non fanno presa: se si dispone di un medium che aiuta rendere efficace la restituzione, ne beneficia chi espone e chi presta attenzione. Stimoli che virano verso l’allegria (salvo temi e situazioni particolari) contribuiscono a creare un clima collaborativo e di scambio, si attenua l’imbarazzo e il clima si fa meno formale. Le metafore che abbiamo suggerito veicolano l’idea di processo, si tratta di metafore di viaggio, che promuovono l’idea di movimento, di evoluzione, di esito in fieri, per questo ci sembrano utili a presentare lo stato di avanzamento dei lavori, moderando implicazioni ultimative.
Il rischio della semplificazione sta nel semplificare: c’è una soglia oltre la quale si banalizza, si perdono le sfumature, la ricchezza della complessità e dei segnali deboli, si recidono le interdipendenze. Insomma semplificare è una attività da maneggiare con cura. E tuttavia vi sono contesti nei quali sono risorse scarse il capitale di attenzione in ingresso, la disponibilità ad ascoltare, il tempo per dare parola a diverse esperienze, per ascoltare e ascoltarsi. Come mediare dunque fra esigenze di densità e limiti nella concentrazione continuativa? In questi casi una certa dose di semplificazione può non guastare.
Le metafore di restituzione sono un compromesso accettabile: stimolano la focalizzazione sui contenuti da restituire, contrastano le distrazioni inevitabili nei contesti gruppali e sociali, favoriscono l’aggancio e la rielaborazione, sono veloci da spiegare e tutto sommato da usare.
Mi è piaciuta la semplicitàstai migliorando molto.Buona giornata.