Avvicendamenti: quali possibilità per utilizzare i materiali raccolti e prodotti?

Con un gruppo di colleghe e colleghi stiamo conducendo una ricerca in tema di avvicendamenti intermedi e apicali. Tre gli epicentri di attenzione:
- donne e avvicendamenti;
- imprese sociali e avvicendamenti;
- avvicendamenti intermedi e apicali.
Epicentri di zone fra loro intersecanti, connessi e al tempo stesso generatori di molteplici esigenze di approfondimento.
Tra dicembre e febbraio abbiamo raccolto interviste, articoli che documentano ricerche e contributi da varie aree disciplinari, riferimenti dalla letteratura, spunti dai giornali, suggestioni da film. È tempo di riconsiderare l’insieme dei materiali, di scandagliarli, di collegarli, di smontarli. Ci siamo detti che potrebbe essere tempo di ri/letture e di ri/scritture. Scritture particolari però, scritture veloci, che afferrano fili per districarli o per riannodarli in altre trame. Scritture per moltiplicare i pensieri e suscitare riflessioni.
In effetti disponiamo di molti materiali: come orientarsi nella varietà?
- Intanto gli epicentri, le sovrapposizioni e le scomposizioni sono già buoni spunti. Non mancano le domande e le ipotesi: si potrebbe provare a elaborarle e ad articolarle.
- Si possono scegliere temi o questioni che ci sembrano interessanti, leggere i materiali cercando rimandi per sviluppare quell’argomento o quello spunto, provare a raccogliere indicazioni per confezionare un breve testo, anche per nuclei, evitando di cedere alla ricerca di perfezioni e completezze.
- Si può anche scegliere la via esattamente contraria: leggere i materiali a caso, guidati dalla curiosità. Lasciare che le suggestioni si presentino da sé, per libere associazioni, coglierle al volo, fissarle, e poi approfondirle attingendo da successive letture dei materiali disponibili. Prendere appunti, raccogliere indicazioni e provare a confezionare testi brevi (migliorabili in un secondo tempo, complici commenti o ripensamenti).
- Una via apparentemente più semplice suggerirebbe di partire dalla intervista realizzata (o materiale raccolto: citazione, brano, articolo che sia) per cavarci qualche osservazione, qualche sottolineatura critica, anche ‘solo’ qualche domanda. Poi, da spunto nasce spunto…
- Eccoci a un suggerimento dal sapore un po’ scolastico: dagli articoli di impostazione accademica si potrebbero preparare schede più leggibili, sintesi per focalizzare le idee e mettere disposizione schemi che inneschino rilanci. Nulla di eclatante certo, ma si tratta di supporti in genere apprezzati, che facilitano e orientano il lavoro di riconsiderazione dei materiali.
- E ritorniamo al punto di partenza: possiamo decidere di utilizzare i tre epicentri che abbiamo identificato come attivatori di considerazioni:
- donne e avvicendamenti, transizioni, passaggi, continuità, successioni, ricambi…
- avvicendamenti intermedi e avvicendamenti apicali, di ingresso e di uscita, temporanei o duraturi, reversibili o senza ritorno…
- avvicendamenti nelle organizzazioni sociali (cooperative sociali, associazioni, onlus, ecc.), ma anche in altre organizzazioni che abbiano somiglianze anche minimali (storie che illuminano storie).
Una collega ha pensato di servirsi dell’intervista al direttore di una cooperativa sociale in cui è intervenuta come consulente. Nell’intervista viene narrato il travaglio del passaggio di consegne dalla vulcanica e dispotica leader fondatrice a un gruppo imprenditoriale più composito e incerto. Ha concordato di far seguire all’intervista una sorta di focus-group. Coinvolgere alcune figure chiave del gruppo imprenditoriale per aprire un confronto sulle questioni che il racconto ha messo in luce a proposito delle posizioni di autorità, delle dinamiche di potere, del conflitto e del ruolo del gruppo nel promuovere cambiamenti evolutivi (e dolorosi).
Mi chiedo: “quali altri modi si possono immaginare per utilizzare proficuamente i materiali raccolti e facilitare scritture estrattive?”.
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