Scrivo questo promemoria nell’ambito di una consulenza per la costruzione del Modello organizzativo 231 di una cooperativa sociale.
In queste settimane, sui media, le notizie di comportamenti illegali e corruttivi si susseguono e il settore cooperativo non sembra distinguersi da altri per rispetto della legalità. E poiché la prossima settimana incontrerò il Consiglio di Amministrazione di questa cooperativa per un momento formativo sul decreto legislativo 231 relativo alla responsabilità amministrativa d’impresa in sede penale, ho pensato di arricchire le slides che presenterò con alcune schede di approfondimento.
Nel post provo a mettere a fuoco, sulla scorta dei confronti con le dirigenze di organizzazioni con le quali ho lavorato, quali possano essere i modi concreti per corrompere. Se conosciamo il pericolo e la sue dinamiche pratiche, possiamo attrezzarci per prevenirlo, contrastarlo, e verificare che non vi siano condizioni che possano favorire la commissione di reati e promuovere la legalità nel mercato, fra gli attori economici (che è poi l’obiettivo che Legislatore affida al decreto legislativo 231/2001).
Quello che segue è un elenco non esaustivo nel numero e nelle varianti. La corruzione è una pratica altamente adattiva, se la ostacoli, cerca altre vie per insinuarsi. Per questo la vigilanza non deve essere trascurata. Di qui un sistema organizzativo (Modello di prevenzione e gestione 231) che miri – tra gli altri – a prevenire, ostacolare, contrastare la commissione di reati, nello specifico tentati o commessi nell’interesse o a vantaggio dell’organizzazioni (sia essa impresa, cooperativa, associazione, consorzio, agenzia, network).
Come si può corrompere dunque? Ecco alcuni concreti comportamenti:
La segnalazione di altre modalità ci aiuta a identificare le forme mutanti di questo fenomeno illegale.
Le cooperative possono introdurre presidi generali di contrasto. Si tratta di criteri che possono venire applicati in situazioni diverse, in forma di prevenzione generale e diffusa, con l’obiettivo di scoraggiare e limitare la possibilità che si creino coni d’ombra nella vita e nelle funzionalità organizzative. Segnaliamo alcune di queste risposte trasversali:
I presidi generali mirano a costituire una prima barriera diffusa. Accanto ad essi, con intenti di prevenzione mirata, è opportuno introdurre presidi organizzativi specifici, in grado di intervenire ed ostacolare i comportamenti corruttivi indicati. Ecco una tabella che prova a segnalare per i differenti comportamenti corruttivi indicati disposizioni dispositivi organizzativi mirati.
Forme di corruzione |
Presidi specifici |
Tangenti |
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Consulenze false o improprie |
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Servizi gratuiti o vantaggiosi |
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Assunzioni di favore |
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Acquisto di servizi o beni di favore |
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Subappalto improprio |
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Scambio di voti |
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Naturalmente si tratta di indicazioni ancora generiche, che vanno precisate nel contesto di applicazione (di qui il documento organizzativo che il decreto legislativo identifica come Modello 231).
Avrete notato che ho trascurato di chiarire cosa sia corruzione. Lo si intuisce facilmente, non è un termine oscuro, che designa un comportamento difficile da descrivere. Tuttavia vale la pena non dare nulla per scontato… Cos’è corruzione? E cos’è concussione?
Dopo aver presentato i concreti modi per corrompere inserisco un rapido (non tecnico) inquadramento su corruzione e concussione in ambito pubblico e nelle relazioni fra imprese private rifacendomi alle disposizioni del decreto legislativo 231/2001.
I casi che possono interessare le cooperative sono i seguenti.
Infatti i dirigenti di una cooperativa possono cercare di corrompere funzionari pubblici o dirigenti di altre imprese private.
Ma le cooperative – nel realizzare servizi pubblici – possono anche trovarsi nel caso (e ciò viene definito nei capitolati di gare e nei successivi contratti di servizio) in cui proprie figure operino in qualità di pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi. In questo caso potrebbero venire attuati comportamenti concussivi.
Per questo è fondamentale non sottovalutare la rilevanza dei rischi e dell’impatto di comportamenti illeciti.
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