#paresday2015 (confronto professionale)
“The day after” post.
Intanto grazie per la giornata di confronto professionale.
In una cornice magnifica (rigogliose prealpi, sole e nuvole in libere performance), calorosa e impeccabile l’ospitalità (date un occhio al sito
Valle delle sorgenti), il confronto professionale ha alternato interventi e discussioni.
Volendo afferrare il denominatore dei contributi senza svelarne i contenuti (a breve escono i post), quattro gli elementi intriganti:
- nuovi approcci per l’apprendimento partecipato nelle organizzazioni,
- nuovi strumenti/metodologie 2.0 da sperimentare,
- rinnovate riflessioni sul disorientamento nell’attuale rivoluzione digitale,
- microfisica dei social e competenze da ripensare.
A seguire, nel pomeriggio, l’analisi sulla fattibilità di un progetto di sviluppo di comunità (sole e nuvole, torneremo a parlarne).
Contenuti e confronti con effetti non predeterminabili. Sulla scorta della giornata di lavoro insieme, presento il mio contributo e provo ad arricchirlo con l’ipotesi di un possibile format di confronto professionale che sia (acc)attivante, cooperativo e non eccessivamente impegnativo.
Infinite possibili ricombinazioni
Per portare un intervento brevissimo (non più di cinque minuti) e raccontare cosa vedo cambiare nel mio lavoro e intorno a me, ho pensato di presentare la trasmissione radiofonica
Sei gradi (qualcosa avevo già detto
qui) che va in onda su
Radio3 (è inutile dire che
Radio3 è il mio canale radio preferito per qualità, varietà, ironia, tradizione/innovazione delle trasmissioni).
Sei gradi è una bellissima trasmissione musicale.
Ogni giorno alla scoperta di un viaggio imprevisto.
Radio3, dal lunedì al venerdì, 18:00-18:45.
SMS 335 5634296, su Twitter #seigradi,
qui per seguirla su Fb.
Formula
Sette brani di generi musicali diversi (jazz, classica, rock, blues, soul, world music, reggae, canzone italiana, altro…).
Chi conduce apre, esplicita le inimmaginabili connessioni, ricapitola e si commiata.
Sei gradi di connessione tra il primo e il settimo brano. Vale tutto (con intenzionalità): conoscenze, rimandi, collaborazioni musicali, riprese, comunanze, appigli…
Il venerdì viene trasmessa una scaletta proposta da un ascoltatore (da sottoporre a
seigradi@rai.it).
Quali gli ingredienti?
- Musica
- Varietà
- Sopresa
- Ricerca
- Conduzione
- Apertura
- Format
- Radio3
- Trasgressione
- ?
- […]
Ciascuno degli ingredienti e la ricetta che li amalgama meriterebbero i necessari approfondimenti. Non ora, non qui.
Perché mai?
Perché mi sembra dica una nuova possibilità nel disorientamento percepito. Le classificazioni, le riconfigurazioni, le possibilità up-to-us. Gli itinerari, i racconti, le forme organizzative sono – per una parte non trascurabile – costruzioni sociali (ragionamento che avevo provato ad articolare
qui).
Ascolto e confronto professionale
Ripensando alla giornata di lavoro insieme, agli spunti proposti e alle riflessioni emerse, forse potrebbe essere interessante sperimentare un format per gruppi di lavoro che vogliano promuovere autoformazione e formazione reciproca o per circoli di ascolto e di confronto professionale e organizzativo. Provo a delineare una proposta, confidando in ritorni da parte degli special guest e da parte dei soci/e di Pares.
- Step one: identificare l’argomento da affrontare insieme e formulare alcune domande che favoriscano il contributo di chi prenderà parte al momento di formazione. Se l’oggetto è sufficientemente delineato, allora potrebbe essere interessante lasciare spazio ai diversi contributi, senza porre limiti alla creatività (se non i limiti di tempo, così da consentire diversi interventi).
- Step two: una traccia degli interventi (slides, testi o altri brevi materiali) viene inviata con qualche giorno di anticipo alle persone che prendono parte al momento formativo, chiedendo l’impegno a leggere ciò che ciascuno ha preparato.
- Step three: il momento di formazione prevede un supporto di facilitazione molto leggero e fluttuante (forse chi ospita potrebbe incaricarsi di offrire la facilitazione, o si potrebbe decidere insieme in avvio dell’incontro). Ciò che conta è provare a rispettare il format e i tempi (qui l’idea è di immaginare un momento di formazione diviso in due sessioni di circa un’ora e mezza, separate da un breve intervallo.
- Step four: nella prima sessione, ciascun/a partecipante porta un contributo (libero nella forma e nelle modalità) che non superi i cinque minuti. Questa è la regola essenziale e ciò fa pensare a una o due slide al massimo, ad un intervento che sviluppa pochissime questioni. La brevità è l’ingrediente segreto, nel corso della prima sessione si può arrivare a una decina di contributi al massimo (gli scivolamenti sono parte del ‘gioco’ e vanno considerati).
- Step five: terminati i contributi si apre la discussione libera e al tempo stesso orientata dalle domande guida formulate nello step one. Il confronto si sviluppa in parte sul finire della prima sessione e in parte nella fase iniziale della seconda sessione.
- Step six: Nell’ultima mezz’ora di lavoro si apre un documento su Drive e si prova a costruire una rapida sintesi a più mani dei contenuti e delle riflessioni emerse nel corso del momento di formazione.
Nello stendere il format mi sono venute in mente varianti e strutturazioni diverse, nel caso vi siano più partecipanti o si abbia a disposizione una intera giornata di lavoro. E naturalmente qualche punto di domanda.
A questo punto sarebbe molto interessante poterci ragionare a più voci.
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