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Pensieri, esplorazioni, ipotesi. Un confine incerto tra personale e professionale.

#paresday2015 (confronto professionale)

Ripensando al #paresday2015 – 20 giugno 2015 – Valle delle sorgenti, Gaverina (BG): non proprio un resoconto, un contributo minimale e una proposta…
Sei gradi 3

“The day after” post.

Intanto grazie per la giornata di confronto professionale.
Grazie ai soci e alle socie di Pares and thanks to all special guests: @lucianobarrila@MickyBag@EmanuelaMarini, @NicolaLocatelli, @PaolaMannarelli, @PaoloRossi.
In una cornice magnifica (rigogliose prealpi, sole e nuvole in libere performance), calorosa e impeccabile l’ospitalità (date un occhio al sito Valle delle sorgenti), il confronto professionale ha alternato interventi e discussioni.
Volendo afferrare il denominatore dei contributi senza svelarne i contenuti (a breve escono i post), quattro gli elementi intriganti:
  • nuovi approcci per l’apprendimento partecipato nelle organizzazioni,
  • nuovi strumenti/metodologie 2.0 da sperimentare,
  • rinnovate riflessioni sul disorientamento nell’attuale rivoluzione digitale,
  • microfisica dei social e competenze da ripensare.
A seguire, nel pomeriggio, l’analisi sulla fattibilità di un progetto di sviluppo di comunità (sole e nuvole, torneremo a parlarne).
Contenuti e confronti con effetti non predeterminabili. Sulla scorta della giornata di lavoro insieme, presento il mio contributo e provo ad arricchirlo con l’ipotesi di un possibile format di confronto professionale che sia (acc)attivante, cooperativo e non eccessivamente impegnativo.

Infinite possibili ricombinazioni

Per portare un intervento brevissimo (non più di cinque minuti) e raccontare cosa vedo cambiare nel mio lavoro e intorno a me, ho pensato di presentare la trasmissione radiofonica Sei gradi (qualcosa avevo già detto qui) che va in onda su Radio3 (è inutile dire che Radio3 è il mio canale radio preferito per qualità, varietà, ironia, tradizione/innovazione delle trasmissioni).

Sei gradi

Sei gradi è una bellissima trasmissione musicale.
Ogni giorno alla scoperta di un viaggio imprevisto.
Radio3, dal lunedì al venerdì, 18:00-18:45.
SMS 335 5634296, su Twitter #seigradi, qui per seguirla su Fb.
Conduttori Luca Damiani (voce, voltoFb) o Paola De Angelis (voce, blog, @DeaPaola).

Formula

Sette brani di generi musicali diversi (jazz, classica, rock, blues, soul, world music, reggae, canzone italiana, altro…).
Chi conduce apre, esplicita le inimmaginabili connessioni, ricapitola e si commiata.
Sei gradi di connessione tra il primo e il settimo brano. Vale tutto (con intenzionalità): conoscenze, rimandi, collaborazioni musicali, riprese, comunanze, appigli…
Il venerdì viene trasmessa una scaletta proposta da un ascoltatore (da sottoporre a seigradi@rai.it).

Quali gli ingredienti? 

  • Musica
  • Varietà
  • Sopresa
  • Ricerca
  • Conduzione
  • Apertura
  • Format
  • Radio3
  • Trasgressione
  • ?
  • […]
Ciascuno degli ingredienti e la ricetta che li amalgama meriterebbero i necessari approfondimenti. Non ora, non qui.

Perché mai?

Perché raccontare di Sei gradi?
Perché mi sembra dica una nuova possibilità nel disorientamento percepito. Le classificazioni, le riconfigurazioni, le possibilità up-to-us. Gli itinerari, i racconti, le forme organizzative sono – per una parte non trascurabile – costruzioni sociali (ragionamento che avevo provato ad articolare qui).

Ascolto e confronto professionale

Ripensando alla giornata di lavoro insieme, agli spunti proposti e alle riflessioni emerse, forse potrebbe essere interessante sperimentare un format per gruppi di lavoro che vogliano promuovere autoformazione e formazione reciproca o per circoli di ascolto e di confronto professionale e organizzativo. Provo a delineare una proposta, confidando in ritorni da parte degli special guest e da parte dei soci/e di Pares.
  • Step one: identificare l’argomento da affrontare insieme e formulare alcune domande che favoriscano il contributo di chi prenderà parte al momento di formazione. Se l’oggetto è sufficientemente delineato, allora potrebbe essere interessante lasciare spazio ai diversi contributi, senza porre limiti alla creatività (se non i limiti di tempo, così da consentire diversi interventi).
  • Step two: una traccia degli interventi (slides, testi o altri brevi materiali) viene inviata con qualche giorno di anticipo alle persone che prendono parte al momento formativo, chiedendo l’impegno a leggere ciò che ciascuno ha preparato.
  • Step three: il momento di formazione prevede un supporto di facilitazione molto leggero e fluttuante (forse chi ospita potrebbe incaricarsi di offrire la facilitazione, o si potrebbe decidere insieme in avvio dell’incontro). Ciò che conta è provare a rispettare il format e i tempi (qui l’idea è di immaginare un momento di formazione diviso in due sessioni di circa un’ora e mezza, separate da un breve intervallo.
  • Step four: nella prima sessione, ciascun/a partecipante porta un contributo (libero nella forma e nelle modalità) che non superi i cinque minuti. Questa è la regola essenziale e ciò fa pensare a una o due slide al massimo, ad un intervento che sviluppa pochissime questioni. La brevità è l’ingrediente segreto, nel corso della prima sessione si può arrivare a una decina di contributi al massimo (gli scivolamenti sono parte del ‘gioco’ e vanno considerati).
  • Step five: terminati i contributi si apre la discussione libera e al tempo stesso orientata dalle domande guida formulate nello step one. Il confronto si sviluppa in parte sul finire della prima sessione e in parte nella fase iniziale della seconda sessione.
  • Step six: Nell’ultima mezz’ora di lavoro si apre un documento su Drive e si prova a costruire una rapida sintesi a più mani dei contenuti e delle riflessioni emerse nel corso del momento di formazione.
Nello stendere il format mi sono venute in mente varianti e strutturazioni diverse, nel caso vi siano più partecipanti o si abbia a disposizione una intera giornata di lavoro. E naturalmente qualche punto di domanda.
A questo punto sarebbe molto interessante poterci ragionare a più voci.

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