Spesso neglette, le discalie, come sottogenere di scrittura professionale sono poco considerate.
Vorrei invece segnalarne l’utilità (e quindi il valore).
Come ci ricorda l’etimologia le didascalie si prendono la briga (e il rischio) di insegnare. Il primo compito che hanno è quello di spiegare i contenuti della figura, della tabella, del disegno, del grafico, della foto… dell’oggetto al quale si riferiscono.
Ma per spiegare il significato di un oggetto, le didascalie devono spesso fornire qualche (minimo) riferimento per cogliere il significato. Se illustrano un grafico che mette in luce l’andamento della disoccupazione devono richiamare come la disoccupazione è stata calcolata, se illustrano una tabella devono fornire indicazioni per comprendere le diverse relazioni possibili. La seconda funzione della didascalia sembra essere quella di fornire gli strumenti (minimi) per comprendere. L’astenersi dal fornire le chiavi per comprendere a cosa mira la figura scelta, l’istogramma o lo schema, ostacola la comprensione.
Fin qui didascalie che ci prendono per mano e ci spiegano i contenuti, didascalie che ci mettono a disposizione gli elementi fondamentali per capire… Secondo me però le didascalie dovrebbero assumersi un terzo compito: esplicitare le intenzioni di chi comunica. Sì, piuttosto che cercare una sorta di asettica distanza dalle cose (che non può esserci, la scelta infatti di una figura, di una scala, di una immagine è già una presa di posizione), le didascalie dovrebbero dare una interpretazione.
Al lettore poi il compito di costruire un senso per sé, a partire dagli elementi di facilitazione che l’emittente ha l’implicito impegno a mettere a disposizione anche attraverso le didascalie.
Le didascalie non sono un abbellimento un surplus, hanno il compito di ‘agganciare’ il lettore non solo all’immagine, grafico o tabella che spiegano, ma al testo. Compito non da poco. Anche perché non si sa mail come fare per attrarre a sé il lettore, per non farselo sfuggire. Le didascalie non sono importanti solo nei musei e nelle mostre (lì sono semplicemente vitali). Le didascalie sono fondamentali anche nei documenti organizzativi: bilanci sociali, rapporti, relazioni … e anche nei nei siti o nei blog.
grazie a Graziano a nome delle adorate didascalie!
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