Recentemente ci siamo trovati a condurre un momento di confronto più affollato di quanto ci si aspettasse. Il programma prevedeva di utilizzare OPERA come format di partecipazione, confronto, scrittura collettiva. A fronte delle presenze abbiamo mantenuto la tecnica di facilitazione prevista con risultati poi apprezzati. Tuttavia, ripensandoci, forse si poteva fare diversamente.
Qui un breve resoconto di quello che è accaduto e di quello che si potrebbe fare – e che forse faremo – in un prossimo incontro che si svilupperà nel paio d’ore che avremo a disposizione e che si preannuncia affollato (detto altrimenti: due ore, interverranno molte persone, piuttosto impegnate, decisamente di corsa).
Nello situazione alla quale ci riferiamo, più di sessanta persone si sono confrontate, e hanno attinto alle loro esperienze, hanno prodotto nuove idee.
OPERA la tecnica utilizzata, una sorta di focus-group guidato volto a facilitare il confronto collettivo su questioni concordate nella fase di apertura del momento di lavoro (la domanda guida). Di solito la tecnica viene impiegata con efficacia in presenza di venti-venticinque persone, numero che consente interazioni fluide.
Il movimento interno di OPERA prevede cinque fasi, ciascuna delle quali ha una finalità propria e produce un risultato funzionale al passaggio successivo. Di seguito le fasi previste dalla tecnica.
Fase 1 | Generare contributi individuali | Fare emergere riflessioni e contributi personali | |
Fase 2 | Sviluppare il confronto a due (o a tre) | Consentire il confronto e l’elaborazione di idee | Nel nostro caso, visto il numero di partecipanti, abbiamo optato per gruppi di quattro persone |
Fase 3 | Presentare le idee prodotte | Considerare le diverse posizioni presenti e la loro valutazione | |
Fase 4 | Votare i vari contributi | Attribuire rilevanza ad alcune idee rispetto ad altre e consentire una loro classificazione | Attività essenziale per la quinta fase che prevede un lavoro di aggregazione |
Fase 5 | Aggregare idee e contributi | Per favorire l’articolazione di un pensiero collettivo | L’abbozzo di testo, una volta sistemato, viene messo a disposizione di chi ha partecipato |
Nella situazione alla quale ci riferiamo, più di sessanta persone si sono confrontate, e hanno riconosiderato le esperienze personali, hanno prodotto nuove idee individuali e di gruppo, materiali dai quali sono poi scaturiti successivi ragionamenti. Ma proprio l’elevata partecipazione non ha consentito di realizzare – con l’apporto di tutti i partecipanti – la quinta fase.
Non è stato così possibile completare le fasi nella sessione di lavoro, aggregando i mattoni ideativi per comporre l’edificio concettuale esito del lavoro collettivo. Il lavoro di riordino delle idee (il quinto passaggio) è stato successivamente realizzato dai conduttori.
Pur valutando gli spunti emersi dal confronto propositivi e innovativi, corrispondenti allo spirito di ricerca nel quale il grande gruppo era immerso, in sede di riconsiderazione dell’esperienza ci siamo chiesti quali altre possibilità potremmo attivare in analoghe situazioni. Questo post ha dunque il sapore di una post action review per ricavarne indicazioni per prossimi simili frangenti.
In particolare, pensando a un prossimo workshop nel quale è prevista la partecipazione di circa ottanta persone, e contestualizzando l’impiego di supporti per favorire l’interazione, abbiamo immaginato di mescolare tecniche diverse di partecipazione e mettere a punto un format di lavoro ad hoc.
Nell’occasione verrà presentata una proposta che potrebbe riscuotere un ampio interesse. E per fare dell’occasione un momento interattivo stiamo valutando di combinare World-Cafè o Group X con OPERA per ottenere effetti di partecipazione propositiva.
L’ipotesi allo studio è di utilizzare le prime due fasi di OPERA: la prima per raccogliere le idee e prepararsi al confronto, poi, avendo recuperato spunti da condividere la seconda per condividere, scambiare, trasformare, sviluppare le idee che ciascuno ha individualmente raccolto. Da World-Cafè o Group X mutuiamo la soluzione del lavoro in piccoli gruppi composti da quattro o cinque persone, soluzione che abbiamo visto funzionare, e il lavoro finalizzato a produrre proposte successivamente valutabili.
Ancora una volta compiti definiti favoriscono contributi focalizzati e indirizzano le discussioni nei gruppi (la o le domande guida sono il fulcro di queste tecniche). Considerando la proposta che verrà presentata, le domande per guidare le interazioni e l’elaborazione di contributi potrebbero essere così formulate:
La struttura del format acquisisce senso se viene chiarito l’obiettivo dell’incontro e dei passaggi di partecipazione. L’intento del workshop è di costituirsi come un’occasione per gli interlocutori invitati a interagire per dare vita a comunità di intenti e di promozione di reti translocali (Donolo, 2013, p. 20) a legame debole, link informati e attivabili, contatti interessati a valutare e a contribuire al successo della proposta.
Pensando ai prestiti fra le tecniche diverse indicate, gli elementi che guidano le soluzioni combinatorie possono essere così richiamati:
Donolo C., “Beni materiali e immateriali, di proprietà di nessuno ma accessibili a tutti”, in Vdossier, Ciessevi Milano, 1/2013, pp. 8-30.
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