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Pensieri, esplorazioni, ipotesi. Un confine incerto tra personale e professionale.

Scrittura collaborativa: quello che Briggs e Burke non dicono…

Cover Briggs e Burke

La scrittura collaborativa è un mondo da esplorare.
Prendo spunto dalla sfida che Asa Briggs e Peter Burke lanciano nella prefazione del loro libro Storia sociale dei media. Da Gutemberg a Internetpubblicato in Italia da Il Mulino nel 2002, per segnalare una curiosa omissione…

L’antefatto

Dopo un rapido preambolo sulle intenzioni del libro, riassumibili in:

  • ripercorrere la storia della comunicazione, del suo impatto sociale, e dei mezzi che l’hanno resa possibile,
  • rassicurare i lettori sulla longevità futura dei libri e sulla durabilità della scrittura amanuense,

con un garbato ma percepibile scarto di font, i due autori passano a una curiosa quanto succinta nota – che in apparenza vorrebbe chiarire le attribuzioni dei capitoli, ma che finisce per essere una sorta di lapsus professionale  – per poi chiudere con ancor più stringati ringraziamenti.

L’omissione

Per quanto riguarda la nostra divisione del lavoro, Peter Burke è fondamentalmente responsabile dei capitoli I, II e III, Asa Briggs lo è dei capitoli dal IV al VII, ma i due autori hanno unito le loro forze per la revisione del testo, ritrovandosi con regolarità in luoghi diversi, dalla stazione di King’S Cross al Claridge, oltre che mantenendosi in contatto telefonico. Agli storici del XXI secolo potrà interessare sapere che il testo è stato scritto in parte a mano e in parte su personal computer da due studiosi universitari la cui resistenza alla guida dell’automobile e all’uso della posta elettronica non è in alcun modo incompatibile con un interesse per il mutamento tecnologico e sociale nel presente e nel futuro, oltre che nel passato.
p. 7
Briggs A. e Burke P.,  Storia sociale dei media. Da Gutemberg a Internet, Il Mulino, 2002 (2002).

Le ipotesi

La prefazione è stata scritta molto (troppo) in fretta,  l’editor incalzava e il libro doveva andare in stampa.
La prefazione risponde a una provocazione che gli autori hanno ricevuto, o a una domanda.
La asciuttezza e la sobrietà come stile professionale hanno consigliato di rivelare il minimo, l’indispensabile (e anche meno).
I due autori hanno sfidato i lettori, prendendoli un po’ in giro, a proposito della storia della comunicazione professionale intercorsa fra loro, che – sembrano implicare – rispecchia la complessità della storia dei media, quasi ricapitolandola.
I due autori hanno anticipato possibili richieste di lettori curiosi.
I due autori sono scivolati in un lapsus: della storia del loro sodalizio di ricerca e di scrittura hanno omesso quel che incuriosisce di più… Come è nata l’idea, come è stato progettato l’impianto del testo e concordata la collaborazione? Cosa precede l’apparente intelligibilità dell’esecuzione e il disvelamento della revisione?
In effetti questa è un parte in ombra nelle collaborazioni.

2014-01-03 18.48.59

One comment on “Scrittura collaborativa: quello che Briggs e Burke non dicono…

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